Viviamo nell’epoca dell’informazione gratuita.
Tutto è accessibile, ovunque, a qualsiasi ora.
Ma come ci ricorda spesso lo psichiatra Paolo Crepet, “solo le banalità sono gratis”.
E allora vale la pena chiedersi: "quanto ci costa davvero l'informazione che riceviamo ogni giorno?"
La risposta è più inquietante di quanto sembri.
Il costo è la qualità, l’autonomia di pensiero, il senso critico.
In un mondo inondato da notizie rapide, titoli acchiappa-click e verità preconfezionate, si rischia di accettare tutto senza filtrare nulla.
L'informazione, anche se formalmente gratuita, è sempre filtrata, indirizzata.
Spesso progettata per suscitare emozioni più che riflessioni.
E chi è disposto a pagare, magari con il proprio tempo o denaro, per cercare fonti autentiche, indipendenti, approfondite?
Pochi. Ma quei pochi sono sempre più consapevoli.
L’informazione è un bene prezioso
Non dovrebbe mai essere scelta sulla base del prezzo, ma sulla base del contenuto.
Altrimenti finiremo per credere che la verità sia solo quella che ci viene servita senza fatica.
E in quel caso, non sarà più verità: sarà solo una narrazione comoda.
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