Il silenzio prima della tempesta. E della FOMO dei pirla.
Bitcoin ha superato i 105.000 dollari, eppure l’aria è stranamente calma.
Nessun assalto mediatico. Nessun barista che ne parla.
Nessun "mio cuggino" che ti chiede “è il momento di entrare?”.
Silenzio. Ed è proprio questo che fa rumore.
Perché chi conosce i cicli sa che i top veri arrivano così: senza trombe, senza cori.
Non è la prima volta. Ma questa è forse la più clamorosa.
Gli ETF spot incassano miliardi, i fondi entrano zitti, le mani forti accumulano.
E il parco buoi? Dorme. Come sempre.
Questa non è più la giostra del 2017 o il carnevale del 2021.
Non lo era nemmeno allora, ma adesso è ufficiale: "qui si fa sul serio".
Qui si sta costruendo. A fari spenti, nel silenzio.
Bitcoin non è più solo scommessa: è asset.
È riserva. È piano B. Talvolta anche piano A.
E mentre il prezzo corre, i media guardano altrove. Fino a quando?
Perché attenzione: la FOMO arriverà.
È matematica. Arriveranno i titoloni, le richieste isteriche, i “stavolta non me lo perdo”.
E come sempre entreranno tardi. Troppo tardi. Quando i giochi saranno fatti, e chi ha capito prima starà già vendendo a chi arriva col fiato corto.
Non perché sia giusto o sbagliato.
Ma perché è così che funziona il mercato.
E chi se ne dimentica, puntualmente paga dazio.
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