Un tempo si ambiva a essere come un grande scrittore.
O un calciatore, un grande atleta, un medico luminare, un insegnante, un artista, o anche (perché no?)un artigiano.
Oggi invece, in troppi, vogliono essere un influencer.
Ma non nel senso di "influenzare", bensì nel senso di imitare chi è diventato celebre per nulla.
Adolescenti, fragili per definizione, in cerca d’identità e approvazione, copiano gesti, abiti, espressioni.
Comprano gli stessi oggetti, come se in quegli stessi ci fosse un frammento di vita vera.
E fin qui, purtroppo, ci siamo già abituati.
Ma il dramma è ben altro.
Ovvero quando anche chi dovrebbe essere maturo, con un lavoro, una famiglia, una storia sulle spalle, scimmiotta le stesse pose, vive per le storie su Instagram, si muove solo per apparire, vestito con ciò che “va di moda” secondo uno schermo.
La crisi di valori non riguarda solo i giovani.
Anzi. I giovani possono ancora salvarsi.
Possono ancora trovare la loro strada.
I più grandi, invece, non hanno alibi. Hanno solo lo specchio.
E se lo guardassero bene, forse si renderebbero conto che sì, a un certo punto, è lecito chiamarli col loro nome: coglioni!
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