Non è una notizia qualunque quella riportata da Cointelegraph.
Più di un miliardo di dollari in Bitcoin è stato ritirato da Coinbase in una singola giornata.
Una delle maggiori fuoriuscite di sempre.
Nessun commento ufficiale, nessuna dichiarazione roboante.
Solo un movimento silenzioso, ma pesantissimo.
Silenti come lo sono, del resto, tutti i movimenti di rilievo.
Da parte di chi? Non è dato saperlo, ma in casi simili la risposta più plausibile è sempre la stessa: istituzionali.
Cosa vuol dire, però, spostare enormi quantità di Bitcoin dagli exchange a wallet esterni?
Non necessariamente che qualcosa sta per accadere, ma potrebbe essere un segnale.
Una scelta che potrebbe indicare una volontà di accumulo, di conservazione a lungo termine, di hold, come si dice in gergo.
Quando i BTC lasciano gli exchange, diminuiscono i volumi disponibili per essere venduti nel breve termine.
Questo potrebbe ridurre la pressione di offerta sul mercato e, di conseguenza, avere un impatto sui prezzi.
Siamo ancora nel campo delle ipotesi, ed è giusto mantenere prudenza.
Ma non si può ignorare il fatto che un simile movimento potrebbe essere interpretato come segnale di fiducia, o addirittura preludio a una fase di domanda crescente.
Se la narrazione di Bitcoin come "bene rifugio digitale" dovesse consolidarsi in un contesto macro incerto, con inflazione ancora volatile e tassi d’interesse ballerini, l'interesse per l’asset potrebbe salire ancora.
Soprattutto se la scarsità percepita aumenta. E in questo caso, non si tratta solo di parole: i numeri parlano chiaro.
Qualcuno ha chiuso la cassaforte.
Perché? Non lo sappiamo (lo potrebbero solo intuire, coloro che ne sono a conoscenza)
Ma se è stato fatto, forse è perché dentro ci ha messo qualcosa a cui tiene molto.
Link e titolo relativi all’articolo di riferimento?
Eccoli!
Buona lettura
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