venerdì 16 maggio 2025

Il suono del silenzio

Viviamo in un mondo dove il rumore è diventato la norma. 

Scorriamo ossessivamente notizie, notifiche, feed. 

Parliamo per riempire, ascoltiamo per rispondere, ma quasi mai per capire. 

In questa corsa, il silenzio è diventato un’eresia. 

Fa paura, perché obbliga ad ascoltarsi.


Eppure, è proprio nel silenzio che abita la lucidità. 

È lì che la mente si riordina, che i pensieri non gridano ma si sedimentano. 

 Nel silenzio, i gesti tornano ad avere peso. Il respiro si fa profondo. La parola, quando arriva, è necessaria. È vera.


Il silenzio non è solo assenza di suono. 

È resistenza. È il rifiuto di dover sempre apparire, dire, commentare. 

È un atto politico, intimo e radicale. 

È scegliere di non urlare quando tutti lo fanno. È guardare il cielo, mentre il mondo resta inchiodato a uno schermo.


Charlie Chaplin, con i suoi film muti, ci ha insegnato che anche senza parole si può comunicare. 

Forse meglio. Forse di più. Forse più a fondo. 

Non a caso, quando decise di parlare – nel Grande Dittatore – lo fece con una potenza che ancora oggi scuote le coscienze.


Dopo ogni parola detta, ogni contenuto pubblicato, ogni posizione presa… ci vuole un tempo di vuoto. 

Un tempo per fare spazio. Perché il rumore logora, ma il silenzio trasforma.

In un’epoca in cui tutti parlano, chi tace ascolta. E chi ascolta, forse, capisce.


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