Contrabbandati

Contrabbandati
In una città dove nulla è davvero ciò che sembra, un Commissario fuori dagli schemi e un Giornalista a caccia della verità, si trovano immersi in una vicenda (forse) più grande di loro, tra traffici, tradimenti e redenzioni. "Contrabbandati" è un romanzo crudo e autentico, che mescola il ritmo del noir con il battito umano di chi, tra errori e speranze, cerca una via d'uscita. Una storia che sorprende, colpisce e, soprattutto, rimane. (Elio Montorsi)

domenica 25 maggio 2025

Violenza in Italia: un'emergenza che ci riguarda tutti

In Italia, la violenza non è solo una questione di cronaca.

È un fenomeno strutturale che coinvolge donne, giovani e intere comunità. 

I dati più recenti dipingono un quadro allarmante, che non possiamo più ignorare.


Violenza sulle donne: numeri che fanno male

Nel 2024, 113 donne sono state uccise, di cui 99 in ambito familiare o affettivo.  

Di queste, 61 hanno trovato la morte per mano del partner o dell'ex partner.  

Il numero di pubblica utilità 1522, ha registrato, nel quarto trimestre del 2024, che il 72,9% delle vittime non denuncia la violenza subita alle autorità competenti.  

Le principali ragioni, di questa mancata denuncia, sono la paura e il timore delle reazioni dell'autore, che riguardano il 38,5% dei casi.  


Giovani e violenza: una generazione in crisi

Il 40,6% dei ragazzi, tra i 15 e i 19 anni, ha partecipato almeno una volta a zuffe o risse.  

Inoltre, il 10,9% ha assistito a scene di violenza filmate con un cellulare, segno che questi episodi vengono non solo visti, ma spesso condivisi e amplificati digitalmente, contribuendo a una sorta di “normalizzazione” della violenza.  

Secondo un'indagine condotta da Differenza Donna, il 39% dei giovani, tra i 14 e i 21 anni, ha dichiarato di aver subito violenza, con picchi tra le persone non binarie (55%) e le ragazze (43%).  

Il 30% dei giovani crede che la gelosia sia una dimostrazione d'amore, percentuale che sale al 45% tra i 14-15enni.  


Una responsabilità collettiva?

Personalmente non ritengo giusto dovermi prendere in carico questo tipo di problema, ma questi dati ci obbligano a riflettere su cosa stia accadendo nella nostra società. 

La violenza non è un problema isolato, ma un sintomo di disfunzioni più profonde: educative, culturali, sociali. 

È tempo di agire con decisione, sia promuovendo l'educazione al rispetto, sia sostenendo le vittime, sia  lavorando per una cultura che rifiuti ogni forma di violenza.

E, ultimo ma non ultimo, punendo in modo esemplare il trasgressore.

La scorciatoia del giudizio

Viviamo in un’epoca in cui tutto è esposto, immediato, superficiale. 

E in questa corsa alla sintesi abbiamo imparato a giudicare prima ancora di capire. 

Bastano due righe, una foto, un gesto. 

Il contesto? Superfluo. L’intenzione? Irrilevante.


Il giudizio è diventato una scorciatoia comoda, ma pericolosa. 

Ci illude di avere il controllo, di saper distinguere subito il “giusto” dallo “sbagliato”. 

Ma nella maggior parte dei casi è solo un riflesso automatico, un atto di pigrizia mentale.


Forse sarebbe più utile rallentare. 

Chiederci cosa ci manca per capire davvero. 

Accettare che la verità, a volte, è più scomoda della nostra opinione.

L'eleganza della costanza

Ci affascinano i colpi di genio.

I momenti di gloria, i grandi cambiamenti improvvisi. 

Ma la verità è che la vita si costruisce nella ripetizione.


È nella disciplina silenziosa delle piccole abitudini che nasce la vera forza. 

Non c’è nulla di spettacolare nel ripetere ogni giorno un gesto semplice, ma è proprio lì che si cela l’eleganza: nella coerenza, nella pazienza, nella volontà che non cerca applausi.

Non servono fuochi d’artificio per diventare migliori. 

Serve costanza. 

Quella che lavora nell’ombra e che, col tempo, disegna la luce.

sabato 24 maggio 2025

Scudetto meritato al Napoli

Ieri sera, con una vittoria prevedibile ma tutt’altro che scontata contro il Cagliari, il Napoli ha conquistato lo scudetto. 

Un traguardo meritato, frutto di una stagione condotta con determinazione, gioco brillante e continuità di rendimento.

Vana, ai fini della classifica, la vittoria dell’Inter a Como. 

I nerazzurri, già con la testa alla finale di Champions, hanno comunque onorato l’impegno. 

Nessun calcolo, solo rispetto per il campionato, per il pubblico e per il gioco del calcio. 

Una prestazione dignitosa che conferma la serietà e la mentalità di un gruppo abituato a competere.


Complimenti al Napoli per aver raggiunto l’obiettivo più ambito del calcio italiano.

 E altrettanti all’Inter, per aver lottato fino all’ultimo secondo utile.

Da sempre sportivo e tifoso, cresciuto con il pallone tra i sogni e i ricordi d’infanzia, non posso che essere contento di aver assistito a un campionato equilibrato e combattuto. 

Avrei preferito un finale diverso, è vero — ma è proprio questo lo spirito dello sport: saper accettare il verdetto del campo.

Doveroso riconoscere i meriti degli avversari e godersi, comunque, lo spettacolo.

Quest’anno lo è stato. Bellissimo.



Bravi a farci gli affari altrui, pessimi a fare i nostri interessi

Circa 48 ore fa, Bitcoin ha ritoccato il proprio massimo storico, sfiorando i 112.000 dollari.

Un evento epocale, simbolico, che avrebbe dovuto far discutere chiunque abbia a cuore il futuro economico, l’innovazione finanziaria, la libertà individuale.

E invece? Silenzio.

Google Trends, meravigliosamente obiettivo ed impietoso come sempre, tace. 

Nessuna impennata d'interesse. 


In Italia men che meno, l'attenzione pubblica era focalizzata su ben altro,  considerato evidentemente più importante.

Sui risultati delle partite di calcio e sulle polemiche infinite da bar sport. 

E sull’omicidio di Garlasco — tornato inspiegabilmente a dominare le cronache a quasi vent’anni di distanza.


Ci piace farci gli affari degli altri

Scavare nella vita e nella morte altrui, commentare ciò che non ci riguarda. 

Prostituzione della tragedia! Così lo chiamo questo tipo di interesse mediatico.


Ma quando si tratta di capire cosa può davvero impattare sulle nostre vite — come il cambiamento silenzioso ma dirompente dell’economia digitale — semplicemente, non ci siamo.

Forse è più comodo così. 

Forse è più facile distrarsi piuttosto che studiare, e indignarsi piuttosto che capire.

Peccato solo che, a forza di farci i fatti altrui, finiamo per non saper più fare i nostri interessi.


La disinformazione selettiva

Non servono più le menzogne. 

Basta raccontare solo una parte.

Un dettaglio sì, un altro no. 

Una fonte autorevole, un’altra screditata. 

Una notizia spinta ovunque, un’altra fatta sparire.


È così che oggi si crea la verità: selezionando.

Disinformazione selettiva: il modo più raffinato e pericoloso di manipolare.

Perché non ti accorgi nemmeno che ti manca un pezzo. 

Anzi, sei convinto di essere informato.


Ti indigni, prendi posizione, giudichi... ma sulla base di una narrazione che altri hanno confezionato per te.

In questo rumore assordante di verità parziali, forse la scelta più coraggiosa — e saggia — è fermarsi e chiedersi:

Sto cercando la verità, o solo conferme alla mia?

Perché a volte, crescere significa accettare che ciò in cui crediamo… potrebbe anche non bastare più.


L’arte della coerenza

Essere coerenti non significa essere rigidi. 

Significa semplicemente vivere secondo i propri valori, anche quando nessuno guarda.

In un mondo dove cambiare idea per convenienza è ormai normale, la coerenza è diventata una forma d’arte rara. 


Richiede coraggio. Richiede onestà. E spesso, richiede anche di pagare un prezzo.

Ma chi è coerente non ha bisogno di spiegazioni, perché ogni scelta parla per lui. 

Non serve alzare la voce o giustificarsi: basta esserci, con integrità.

La coerenza non urla. Convince.