Quante volte vi siete fatti questa domanda?
Probabilmente ora, periodo vicinissimo alle votazioni, più che mai!
Tutti noi abbiamo sete di giustizia, forse anche gli impostori, scrivo questo perché ognuno di noi ha un suo metro nel considerare la giustizia come tale.
Se per assurdo mi fermassi a chiedere a mille persone come vorrebbero che andassero le cose per considerare il mondo un posto giusto, avrei quasi sicuramente risposte diverse.
Ognuno considera il giusto sulla base della sua storia vissuta, delle sue ideologie e politiche e, soprattutto DEI SUOI INTERESSI (pure tu che stai dicendo che non è vero)
Tutti noi abbiamo desideri differenti, anche se, in fin dei conti, non siamo così diversi, lo scopo è più o meno lo stesso.
Per spiegarmi meglio, racconto di un sogno fatto di recente.
Protagonisti del sogno i quattro personaggi di
Un taxi per il paradiso romanzo scritto a quattro mani con Giuseppe Santabarbara e, guarda a caso, fondato su un sogno, libro che si puo' acquistare comodamente da Amazon oppure ordinare presso le librerie Giunti al Punto.
I personaggi sognati: Fan, Falco, Montecristo e Preciso, era come se vivessero in un mondo parallelo e, seppure avessero mantenuto lo stesso status e si conoscessero, non erano amici per la pelle, ma ognuno viveva la sua vita.
Falco, il personaggio ricco, era un uomo d'affari vincente, era partito con un ristorante che, anno dopo anno, grazie alla buona reputazione, lavorava sempre di più, aveva assunto diverse persone ed investito molto bene i suoi soldi, acquistando diversi box che locava in affitto.
Montecristo era un consulente a partita Iva, lavorava duro e lavorava sempre al servizio di multinazionali che fatturavano ogni servizio da lui svolto, guadagnava bene ma pagava anche molto di imposta.
Preciso lavorava come magazziniere presso un supermercato.
Fan era un filosofo disoccupato che tirava a fine mese grazie al reddito di cittadinanza.
Falco guadagnava veramente tanto e, di conseguenza, pagava un'imposta elevatissima, oltre i 150 mila euro l'anno, Montecristo ne versava 25000, Preciso, che godeva di una Ral più modesta, 8000, mentre il Fan non versava nulla, ma incassava il suo obolo di mantenimento.
Sia il Montecristo, sia il Preciso erano molto arrabbiati con il Fan, lo consideravano un parassita e non ritenevano giusto doverlo mantenere con i soldi delle loro imposte. Non appena lo vedevano seduto sullo scranno del bar a poltrire, con la pipa in bocca ed il libro in mano, andavano su tutte le furie, pensavano alla parte del loro preziosissimo tempo sacrificato sul lavoro, per lui.
Erano anche arrabbiati con il Falco perché, se è vero che pagava tante imposte, non pagava proprio tutto come doveva e, ogni tanto, a differenza loro che versavano tutto, faceva un po' il furbetto.
Arrivati a questo punto, come dar loro torto?
Il problema è che la gente tende ad essere pura quando guarda gli altri mentre è più tollerante con se stessa.
Montecristo, ad esempio, che guadagnava benino, era un cliente fisso del ristorante del Falco, ci andava ogni venerdì sera con la tipa e, avendo preso confidenza col titolare, aveva iniziato a proporgli di non fargli lo scontrino in cambio di una spesa un po' più contenuta.
Montecristo esprimeva ideologie pure volte a risolvere i problemi della nazione,senza però rendersi conto che era proprio la sua condotta il problema.
Preciso, invece, percependo uno stipendio più modesto, non si recava mai al ristorante, ma conosceva il Falco perché aveva preso in affitto un suo box per metterci macchina e motorino.
Il contratto di locazione parlava chiaro, 150 euro mensili e, siccome il garage non era pertinenziale, il Falco non poteva avvalersi della cedolare secca, avrebbe dovuto metterlo a reddito e pagarci un bel po' di soldini.
Sa che il Preciso è una persona perbene ed affidabile, lo conosce, quindi gli propone di fare "una cosa alla buona" e senza sbattimenti, chiedendogli, in cambio, solo 100 euro mensili,un affare!
Preciso è contento di risparmiare 50 euro al mese, in un anno sono ben 600 euro, mezza mensilità per lui, mica bruscolini, accetta di buon grado ed anche la sua condotta diventa un problema per un Paese già in difficoltà.
Il Fan era spettatore silenzioso, scuoteva il capo e si indignava, ma non faceva altro che passare le giornate a dondolarsi sulla sedia del bar, fumando la pipa, sorseggiando la grappa, acquistata con i soldi "guadagnati" tramite il reddito di cittadinanza, e leggendo i libri di filosofia.
Suo bersaglio preferito era il Falco, colpevole di aver creato un esercizio profittevole, le imposte non erano sufficientemente alte secondo lui, avrebbe dovuto versare il 70% e, se necessario, anche l'80% del suo reddito per consentire alle persone senza lavoro di avere un reddito sociale ed una casa popolare dignitosa.
Gli risultava altresì scandaloso di come lo Stato non lo opprimesse con controlli più insistenti.
Falco, invece, si sentiva oppresso, le imposte, che rasentavano il 50% dei suoi guadagni, le considerava una rapina da parte di uno Stato, nemico degli imprenditori e benevolo con quei fannulloni come il Fan che non facevano altro che poltrire, giocando a fare gli intellettuali citando le frasi marxiste e rimpiangendo Lenin e Togliatti.
Le imposte erano il suo incubo ed i mantenuti i suoi peggiori nemici, da quel momento avrebbe fatto di tutto per non pagarle, ricorrendo anche a mezzi illegali.
Lo Stato, incassando sempre meno, si era fatto più opprimente.
La situazione era sempre più complicata, lo Stato alzava le imposte per ovviare all'evasione e, chi poteva, evadeva per ovviare all'oppressione.
I controlli si facevano sempre più serrati.
Nella parte conclusiva del sogno subentrava una quinta figura, il finanziere, che faceva sempre più spesso visita al Falco, ma per il Fan tutto ciò non bastava, se ne stava lì seduto a scuotere la testa, si chiedeva dove saremmo finiti, senza però mai alzare il culo da quella fottutissima sedia.
Il Falco odiava il Fan per la sua inettitudine ed il Finanziere per la continua oppressione.
Il Fan odiava il Falco per la sua condotta disonesta ed il Finanziere per la sua morbidezza nei controlli.
Il Finanziere odiava il Falco per i suoi continui tentativi di ingannarlo, ma anche il Fan che stava lì a giudicare senza far nulla.
Tre figure così diverse ma non troppo, in fin dei conti tutti e tre con lo stesso desiderio:
I SOLDI DEL FALCO