Contrabbandati

Contrabbandati
In una città dove nulla è davvero ciò che sembra, un Commissario fuori dagli schemi e un Giornalista a caccia della verità, si trovano immersi in una vicenda (forse) più grande di loro, tra traffici, tradimenti e redenzioni. "Contrabbandati" è un romanzo crudo e autentico, che mescola il ritmo del noir con il battito umano di chi, tra errori e speranze, cerca una via d'uscita. Una storia che sorprende, colpisce e, soprattutto, rimane. (Elio Montorsi)

sabato 30 ottobre 2021

Borse americane ai massimi di sempre

Nella giornata di ieri, 29 ottobre 2021, Standard & Poor e Nasdaq hanno registrato nuovi massimi, mentre il Dow Jones c'è andato molto vicino. Questa euforia è probabilmente dovuta ad un grosso quantitativo di denaro messo in circolazione e dall'intenzione, almeno attuale, della Fed, a non rallentarne il ritmo. Nuova stampa è sinonimo sia di crescita finanziaria dei mercati, sia di crescita economica. L'obiettivo dichiarato degli Stati Uniti è la disoccupazione vicina allo 0. Si è infatti recentemente discusso di tarare l'obiettivo inflattivo, da parte della Fed. Più di un economista ha dichiarato di ritenere opportuno un innalzamento dell'inflazione dal 2 al 4%. Detto così, ai molti, può sembrare argomento di scarso interesse, ma questo cambiamento di politica, se si concretizzasse, dovrebbe cambiare l'atteggiamento di tutti noi. Un'inflazione più alta servirà sicuramente a far correre l'economia e la perdita di potere della moneta ad alleggerirne il debito. Gli Stati Uniti hanno un indebitamento che si aggira al 125% del Pil ed è forte, per gestirlo c'è bisogno di una forte crescita economica e l'aumento dell'inflazione è la giusta risposta alla sua risoluzione. Indirettamente molti altri Stati potrebbero beneficiarne, perchè se è vero che gli Stati Uniti hanno un problema di forte indebitamento, è anche vero che ce ne sono altri (tra cui il nostro, attestato intorno il 157%) più indebitati. Il Giappone, per fare un esempio, spicca su tutti, con un debito pari al 257% del Pil, alle sue spalle Sudan (212%) e Grecia (210%) con un debito superiore al 200%. Se è vero che l'inflazione alleggerisce i debiti, è però anche vero che è deleteria per il risparmio. E' evidente, l'avevo già scritto in precedenza considerando un'inflazione al 2%, che investire è l'arma per rispondere all'inflazione nel lungo termine e, in orizzonti temporali di lunga gittata, l'azionario tende a dare rendimenti migliori. Se le banche principali spostassero l'obiettivo da un 2 ad un 4%, si dovrebbe ragionare anche su un orizzonte temporale di medio termine e non sarà facile, perchè se con l'azionario puoi gestire il rischio beneficiando del tempo a disposizione, nel breve termine, per via della sua volatilità, potrebbe risultare rischioso. Purtroppo non si potrebbe più nemmeno parcheggiare una cospicua cifra a liquidità, non solo si registrerebbe una perdita di valore certa, ma addirittura eccessiva. Se con un'inflazione al 2, una perdita di potere d'acquisto, nel medio/breve sarebbe tollerabile, con un 4 potrebbe non risultarla più. Simulando un'inflazione del 2%, una cifra di 10000 euro detenuta in un libretto postale (non da rendimenti ma non è nemmeno soggetta a spese), in un arco temporale di 3 anni il capitale, pur mantenendo lo stesso valore nominale, subirebbe una perdita di valore leggermente inferiore al 6% ed il suo potere d'acquisto equivarrebbe agli attuali 9411,92 euro. Simulando un'inflazione del 4%, il discorso sarebbe già ben diverso, nonostante un arco temporale così limitato, il suo potere d'acquisto, a soli tre anni di distanza, equivarrebbe addirittura a 8847,36 euro! La perdita, in questo secondo caso, sarebbe ben del 6% rispetto al primo. La soluzione? Solo una, studiare metodi alternativi, se prima era megliofarlo, ora è un obbligo!

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