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IL PREZZO DELLA LIBERTÀ

lunedì 12 maggio 2025

Il caro vita e l’ostentazione: il nuovo oppio del popolo

George Orwell l’aveva previsto nella sua opera più celebre. 

La manipolazione del pensiero, il controllo delle menti, l’omologazione forzata del desiderio e della realtà. 

Ma non fu solo finzione letteraria. 

Anche Trujillo, descritto magistralmente da Mario Vargas Llosa ne La festa del caprone, esercitava un dominio totale sul popolo dominicano, non solo nelle azioni ma perfino nei pensieri. 

La sua dittatura non si limitava a leggi e repressioni: pretendeva consenso interiore, devozione assoluta, verità riscritte e interiorizzate. 

Come se il controllo non fosse completo finché qualcuno osava ancora pensare in modo autonomo.


Oggi non serve più la repressione fisica. 

Oggi si reprime col desiderio. 

Ti convincono che valga più apparire che essere, più consumare che costruire. 

E se non te lo puoi puoi permettere? Nessun problema: c’è il pagamento a rate. 

Dio è morto, sì, ma nelle auto prese a rate, nei cellulari di ultima generazione comprati con sacrifici assurdi, per non sembrare fuori moda.


Il benessere è diventato una messa in scena.

E, nella corsa all’ostentazione, anche chi è povero può sembrare ricco. Basta una carta di credito.

Ci siamo arrivati, ma con un tocco glamour: oggi il Grande Fratello ti lascia scegliere il colore dell’iPhone mentre ti convince che, se sei povero, è colpa tua.

E tu ci credi. Basta che nessuno si accorga che sei povero, almeno finché non ti staccano la luce.


L’illusione del benessere (a rate)

La carta di credito è diventata il lasciapassare per l’illusione del benessere.

Non importa se il conto langue, se ogni fine mese è un salto mortale: ciò che conta è apparire, mostrarsi vincenti, anche solo nell’immagine filtrata di uno smartphone.

Una società che non premia la coerenza o il sacrificio silenzioso, ma l’ostentazione rumorosa. 

E così il successo è diventato un travestimento da indossare, anche se a rate.


Francesco Guccini lo aveva intuito con feroce lucidità: “Dio è morto nelle auto prese a rate”. 

Una frase che oggi risuona come un verdetto. 

Perché in quelle parole c’è tutta la disperazione, di chi ha sostituito la sostanza con il debito, la dignità con lo status symbol.

Dio è morto, sì — e al suo posto c’è l’ultimo cellulare -  sfoggiato con orgoglio ma pagato col fiato corto.


Morale?

Chi risparmia con disciplina viene deriso, chi si indebita per apparire viene applaudito. 

Ma la realtà è spietata: i primi diventano liberi, i secondi restano schiavi.

E la verità, spiace dirlo, è che non c’è niente di rivoluzionario nel vivere sopra le proprie possibilità. 

C’è solo la banalità del fallimento mascherata da moda.

E sia ben chiaro, oltre ogni fraintendimento,  che il pirla moderno non è colui che non ha nulla, ma colui che, pur avendo poco o nulla…finge di avere tutto.




Il paradosso dell'apparenza e la ricerca della ricchezza

Non è difficile apparire ricchi, almeno non per tutti. 

Basta una carta di credito, un po' di astuzia, e l'apparenza fa il resto. 

La gente si illude di aver raggiunto lo status sociale, di appartenere alla schiera dei "ricchi", perché sfoggia un iPhone di ultima generazione, magari un vestito firmato, o un'auto costosa. 

È un gioco che ha ormai stancato: è facile apparire ricchi, basta solo non essere troppo pigri con i pagamenti a rate.


Tuttavia, la vera ricchezza non si costruisce così. 

È facile sognare di possedere una Ferrari, ma molto più complicato è riuscire ad acquistare una casa senza essere sommersi dai debiti. 

La realtà, quella cruda, è che molti si arrendono alla tentazione di pagamenti dilazionati, senza pensare alle conseguenze sul lungo periodo. 


I consumi impulsivi, legati al desiderio di apparire più di quanto si è, non portano mai alla libertà economica. 

Anzi, sono il primo passo verso la schiavitù finanziaria.

Pensate a quanto costa ogni anno un iPhone nuovo. Il modello top di gamma di Apple, che ogni anno diventa più costoso, è il simbolo di questo paradosso. 

Se avessimo messo da parte i soldi che si spendono annualmente per acquistare l'ultimo modello, avremmo potuti  ottenere qualcosa di ben diverso, qualcosa che davvero aumenta il nostro valore. 


Un esempio? Quei soldi spesi in rate per il cellulare sarebbero potuti essere stati investiti proprio nelle azioni Apple.

Nel 2015, l'iPhone  costava circa 799 euro. 

Se l'eterno acquirente di lunga data, nel 2015 avesse investito gli stessi 799 euro in azioni Apple, oggi, tenendo conto dell'aumento del valore delle azioni (più di 7 volte il loro valore iniziale), avrebbe avuto un ritorno di circa 5.500 euro. 

Sarebbe passato da un singolo acquisto consumistico a un vero investimento, che avrebbe dato i suoi frutti nel tempo.

È uno dei miei più grandi crucci non averlo capito, una grandissima mancanza non essere sceso in profondità, essere stato pigro e non aver studiato. 

Fu, la mia, una stoltezza imperdonabile, per  non aver approfittato, nonostante la realtà di file chilometriche fosse a mia conoscenza.

Ma questa è solo la punta dell'iceberg. 

L'intuizione finanziaria è ben diversa dal desiderio di "consumare l'illusione", come molti fanno. 

È triste, vero? Non per non aver mai acquistato l'ultimo iPhone, ma per non averla  avuta  quell' intuizione, e vedere crescere quel piccolo investimento nel tempo.


Il paradosso è che, mentre tanti si indebitano per un simbolo di status, in realtà potrebbero costruire la propria vera ricchezza con pochi passi. 

Ma, evidentemente, non è facile. Non è facile partire dal basso e arrivare in alto. 

La vera sfida è scegliere di non essere prigionieri della pubblicità, del consumo e delle apparenze. 

Se è difficile diventare ricchi, lo è ancora di più sfuggire alla trappola dell'apparenza.


Ma, anche tra noi comuni mortali, c’è una differenza fondamentale. 

Mentre chi è povero e risparmiatore,  ha la possibilità di cambiare la sua situazione, chi invece, pur essendo povero, non rinuncia alle grandi firme e ai consumi ostentati, non solo è povero, non solo si preclude ogni possibilità, ma è anche pirla.



domenica 11 maggio 2025

La luna è tramontata, ma tornerà a risplendere

Viviamo tempi strani, in cui chi resiste in silenzio non fa notizia. 

Non indossa etichette, non si dichiara, non va in piazza. Ma c'è. Ed è forse la forma di ribellione più pericolosa per ogni sistema: quella che non si vede.


Lo sapeva bene John Steinbeck, quando raccontò di un popolo occupato che non si piega. Non ci sono eroi, non ci sono proclami. 

Solo uomini e donne che, dietro una parvenza di obbedienza, conservano il seme della libertà. 

La loro forza sta proprio nel non collaborare davvero. Nello scegliere, ogni giorno, di non diventare complici. Di non prestare il proprio cuore a ciò che sentono ingiusto.

È una disobbedienza pacata, fatta di scelte piccole ma coerenti. Un rifiuto mormorato, ma incrollabile. E in questo silenzio, apparentemente rassegnato, nasce la vera forza.


Ancora oggi persone vivono così. 

Senza rumore, ma con fermezza. 

Rinunciando a ciò che li svilisce, scegliendo ciò che li rende padroni del proprio tempo e delle proprie cose. 

È una rivoluzione che non chiede il permesso. Non ha leader, non ha bandiere. 

Ma, come la luna, tornerà a risplendere.



Santiago non abita più qui

Ieri mattina ho pubblicato un articolo dal titolo "Il mondo al contrario", dove descrivo una realtà sempre più surreale 

Quella in cui, chi rispetta le regole è visto come un oppressore, e chi le infrange è coccolato da leggi e opinione pubblica.

Tra i temi toccati, uno in particolare merita ulteriore spazio: l’estrema tutela dell’inquilino moroso, spesso a discapito del proprietario, visto quasi come un nemico sociale.

Non voglio ripetere ora quanto già scritto – per chi fosse interessato, può leggerlo qui – ma da quella riflessione ne è nata un’altra, più ampia, più culturale.


Perché questa società, sempre più smarrita, sembra non avere più posto per Santiago, il vecchio pescatore del romanzo di Hemingway.

Santiago è l’uomo che non molla.

Un uomo che ha conosciuto la sconfitta, la fatica, la solitudine. Eppure ogni mattina riparte. Non chiede pietà, non accampa scuse.

Ha le mani piagate dalla corda, la barca logora, la sorte avversa. Eppure affronta il mare. Non perché sia pazzo, ma perché è ciò che si fa: si lotta. Sempre.


Oggi, invece, siamo circondati da chi rivendica diritti senza assumersi doveri. 

Da chi pretende solidarietà a costo zero. Da chi pensa che basti lamentarsi per avere ragione.

Santiago, invece, si guadagna tutto. Anche la sconfitta.

E proprio per questo, anche nella disfatta, è un vincente. Perché la dignità non si misura nel risultato, ma nel modo in cui combatti.


Ma ditemi: in un Paese che Oriana Fallaci descrisse così,  in un Paese dove si difende il furbo e si attacca chi pretende semplicemente giustizia, c’è ancora posto per uno come lui?

Temo di no.

Santiago è sotto sfratto.

Santiago non abita più qui.


L’innovazione non chiede il permesso. Arriva, e basta.

Questa frase di Massimo Russo "L'innovazione non chiede il permesso. Travolge chi è immobile e cambia il Mondo" è potente e merita uno spunto che le renda giustizia. 

Come un’onda che non puoi ignorare, travolge chi resta fermo sulle proprie convinzioni, chi difende lo status quo per paura del cambiamento. È successo con la stampa, con il motore a scoppio, con internet. E sta succedendo oggi con l’intelligenza artificiale, con Bitcoin, con la robotica.

La storia non fa sconti a chi ignora i segnali.

Non è necessario approvare l’innovazione per subirne gli effetti. Puoi ignorarla, ma non potrai evitarla.

In questo contesto, la libertà individuale non è solo un diritto: è una responsabilità. Perché innovare significa anche scegliere, ogni giorno, da che parte stare: quella di chi crea il futuro, o quella di chi ne viene o ne verrà travolto.



Dal trattore a Optimus: il progresso che spaventa prima di diventare necessario

C’è un passaggio toccante ne “Furore” di John Steinbeck

Quello in cui l’arrivo del trattore segna la rovina di intere famiglie di braccianti. 

Quelle macchine, impersonali, sterili, sostituiscono la fatica e la dignità del lavoro umano. All’epoca erano il nemico. Oggi, invece, il trattore è un simbolo di efficienza agricola, irrinunciabile per sfamare miliardi di persone.


Quello che, allora, sembrava una catastrofe, oggi è considerato progresso. Ma la storia, come sempre, si ripete.


Oggi si parla di Optimus, il robot umanoide sviluppato da Elon Musk e Tesla, che promette di rivoluzionare il lavoro manuale, la logistica, l’assistenza. Ancora una volta, il timore: sostituirà l’uomo? Raderà al suolo professioni, interi settori?


La verità è che ogni grande innovazione, all’inizio, fa paura.

Similitudini:

-Entrambi segnano un cambio epocale nel mondo del lavoro.

-Entrambi sono accusati di “rubare il lavoro”.

-Entrambi mostrano la freddezza della macchina che subentra all’umano.


Differenze:

-Il trattore sostituiva la forza fisica, Optimus minaccia anche il lavoro cognitivo e relazionale.

- Il trattore era una macchina specializzata; Optimus è general purpose.

-Il trattore ha richiesto adattamento e formazione, ma non ridefiniva l’identità dell’uomo. Optimus forse sì.


La domanda finale è sempre la stessa: saremo schiavi delle macchine, o sapremo usarle come strumenti al nostro servizio?

Il tempo, come per il trattore, darà risposte.


sabato 10 maggio 2025

Un nuovo Papa. E una prima impressione

È stato eletto un nuovo Papa.

Non lo conosco, come immagino la maggior parte delle persone.

Ma – da una visione che mi piace pensare obiettiva – leggendo il suo passato, ho avuto una buona impressione.


Non parliamo di un uomo da scrivania o da cerimoniale.

Parliamo di un uomo d’azione.

Uno che ha vissuto le missioni, che ci è stato davvero, tra la gente, nel fango, nel bisogno, nel silenzio, che si è sporcato le mani.

Non come certi buonisti che – come scritto nel precedente articolo (vuoi leggerlo?) – predicano bene e razzolano male.

Quelli che, con il portafoglio degli altri, sono empatici, ma con il proprio diventano improvvisamente, come per magia, pragmatici.


E lui come sarà?

Ovviamente non posso saperlo. Nessuno può.

Possiamo solo leggere il passato.

E da lì trarre qualche spunto.


Poi sarà il tempo a parlare. E i fatti a raccontare la verità.

Nel frattempo, non resta che augurargli buon lavoro.

E sperare che venga messo in condizione di fare.



Il mondo al contrario

Il mondo sembra andare al contrario. 

Al di là di ogni logica.

E l’Italia, in questo gioco grottesco, pare essere la specialista numero uno. Maglia rosa del Giro!

La gente, ho l’impressione, sia anestetizzata: che viva una realtà talmente distorta da accettarla.

Forse inizialmente con rassegnazione, ma oggi – in troppi casi – con convinzione.

Come se questo stato di cose fosse addirittura giusto.

Uno degli esempi più lampanti?

L’estrema tutela data all’inquilino moroso.

Attenzione: non parlo di chi è finito in difficoltà temporanea e cerca un accordo, ma di chi occupa una casa senza pagare e si sente persino nel giusto.

Il peggio?

È che chi fa notare questa follia viene spesso insultato.

Chi esige il rispetto delle regole è diventato il cattivo.

Qualcuno arriva a dargli del nazista.

Nel migliore dei casi, lo si accusa di non avere empatia.

Del resto, è facile essere empatici col portafoglio degli altri!

Chi difende l’inquilino moroso pretende rispetto per la propria opinione distorta!

Per chi non lo sapesse, legittima il non rispetto di un contratto.

Ma non ha alcun rispetto per chi, legittimamente, vuole che venga pagato l’affitto concordato.

E lo chiedo: dov’è l’obiettività?

Non stiamo parlando di idee, ma di fatti, di regole, di contratti firmati.

Di legalità.

Facciamo un esempio finanziario, per chi fosse un po' duro a capire!

È come se un investitore non vedesse pagate le cedole di un’obbligazione o il dividendo di una società – eventualità tra l'altro contemplata, qualora i conti peggiorassero – ma non fosse libero di vendere, perché altrimenti sarebbe… cattivo!

Vi pare normale?

So già cosa diranno i soliti buonisti:

“In finanza è diverso! Stai mischiando le pere con le mele!”

“Da un lato ci sono azioni, dall’altro persone!”

E invece no. Non è così diverso.

Soldi liquidi, soldi immobilizzati  o soldi investiti in azioni: sono tutti strumenti per far fruttare un capitale.

E chi compra una casa per affittarla è, a tutti gli effetti, un investitore.

Ha il sacrosanto diritto di trarne un profitto.

Non ha alcun dovere di immolarsi come il missionario della solidarietà.

Il buonista di turno, se proprio ci tiene, può sempre intervenire direttamente, pagare lui l’affitto a chi non ce la fa.

Oppure ospitarlo gratuitamente in casa sua, 

In quel caso avrebbe tutta la mia stima.

Ma tanto lo so già: non sarà così.

Perché ho vissuto abbastanza da perdere la gioventù, ma anche da accumulare l’esperienza necessaria per sapere che, chi predica meglio, è spesso colui a non aprire mai il portafoglio in atto caritatevole.

Nemmeno sotto tortura.

Questa non è solo la MIA verità.

È la verità!!!

Il problema è che pochi, troppo pochi, hanno il coraggio di ammetterlo.


La libertà è un dovere. E va pagata.

La libertà non è un lusso, né qualcosa di scontato. 

È un diritto, certo, ma un diritto che spesso costa. 

Non parlo di denaro, ma di sacrifici, di scelte difficili, di momenti in cui devi decidere se seguire la corrente o fare il tuo percorso, a prescindere dal prezzo. 

E il prezzo, quasi sempre, è alto.


Recentemente, riflettevo su quanto sembri essere normale accontentarsi di una vita che ci viene propinata. 

Cone se ci venisse  donata, quasi fosse una gentile concessione. 

Le persone si lasciano trasportare dalla routine, dalle comodità, e da un sistema che ci fa credere che il “normale” sia sufficiente. 

Ma cosa succede quando la normalità non è più sufficiente? 

Quando ci rendiamo conto che ciò che chiamiamo "libertà" in realtà è solo una gabbia dorata?

Guardiamo a quanto succede attorno a noi: i politici, i leader, i potenti, continuano a vivere nel lusso, nelle comodità.

Mentre il cittadino medio si trova costretto a fare i conti con stipendi che non crescono, con un futuro che sembra sempre più incerto. 

L’Italia, un paese che fu, un tempo, prospero.

Oggi fatica a risollevare la testa. 

Gli stipendi sono tra i più bassi d'Europa, e la gente se ne rende conto. Ma chi comanda? Chi detiene il potere? Spesso sono proprio quelli che se la passano meglio. 

La stessa classe politica che continua a fare promesse, ma che vive lontana dalla realtà quotidiana.

E così la libertà, quella vera, diventa un concetto per pochi. 

Ma non è così che dovrebbe essere. La libertà non è solo un diritto da dichiarare in Costituzione, è un dovere. E spesso, come ogni dovere, va pagata. Ma quando si è liberi, quando si è veramente liberi, la soddisfazione che ne deriva è immensamente più ricca di ogni lusso ostentato.

Io credo che la vera libertà passi da scelte difficili. 

Da momenti in cui rinunci a quello che la società ti impone, per costruire qualcosa che valga la pena. Ed è qui che entra Bitcoin. Non come una moneta, ma come simbolo di libertà. Di autodeterminazione. Di indipendenza.

Nel mio libro, Bitcoin, il prezzo della libertà e Bitcoin, il prezzo della libertà. Quarta epoca e Lightning Network, ho cercato di raccontare questo: il cammino di chi ha deciso di non farsi schiacciare dal sistema. 

Di chi ha scelto di non accettare la normalità che ci viene imposta. E sì, è un cammino che richiede impegno, consapevolezza, sacrificio. Ma alla fine, la libertà ha un prezzo, e quel prezzo è la cosa più preziosa che possiamo ottenere.


E allora, se anche tu sei stanco di vivere in un mondo che non ti appartiene, inizia a fare delle scelte difficili. Non aspettare che qualcun altro lo faccia per te. La libertà è il nostro dovere. E, se ci pensi bene, è l'unico lusso che vale davvero la pena pagare.




Italia, stipendi da fame. Ma sarà solo una mia impressione

Nel 1990 eravamo un Paese fiero, avanzato, competitivo. 

Gli stipendi medi italiani superavano quelli di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. Eravamo al centro dell’Europa, una locomotiva. Oggi siamo in fondo. Non al fondo. Sotto.


Gli stipendi degli italiani, rispetto al 1990, sono diminuiti. 

Quelli degli altri europei sono cresciuti. In alcuni casi raddoppiati. Noi, invece, siamo riusciti in un’impresa che ha del miracoloso: lavorare di più, guadagnare di meno, pagare più tasse e ringraziare pure. Una magia economica tutta italiana. O un incubo.


Eppure c’è una categoria che non accusa il colpo. 

Una casta — sì, chiamiamola con il suo nome — che pare vivere in un’Italia parallela: quella dei politici. Lì, i compensi non sono scesi. Anzi. In Europa siamo primi per stipendi parlamentari. Campioni.


Un paradosso? No, no: è la logica che non capiamo noi. 

Perché se li paghiamo tanto, vorrà dire che fanno bene il loro lavoro, no? Che sono meritevoli, produttivi, efficienti, risolutori. E se poi la disoccupazione cresce, il lavoro è precario, i giovani fuggono e i salari sono da terzo mondo… sarà solo una nostra impressione. Magari siamo noi che non capiamo l’economia, o che non leggiamo i dati col giusto spirito patriottico.


Tanto lo sappiamo come funziona: chi denuncia è pessimista

Chi protesta è disfattista. Chi pone domande, è populista. Però poi il frigo è vuoto, l’affitto scotta, il tempo libero sparisce, e il mutuo — se te lo danno — ti divora l’anima.


Ma per carità, non lamentiamoci troppo

Alla fine, in fondo in fondo, abbiamo ciò che meritiamo. E magari, per farci perdonare il coraggio di averlo notato, possiamo anche pagare un altro giro a chi ci governa. Un bonus. Una mancia. Tanto non sono loro a doversi vergognare.


Alla fine i colpevoli sono sempre altri!!!

Coloro che hanno deciso di non collaborare, di vivere diversamente, consumare il meno possibile essere diversamente ribelli  e vivere fuori da ogni schema, oltre il confine

La colpa è tutta loro!!!



venerdì 9 maggio 2025

Bitcoin torna a sei cifre. Ma tranquilli, è solo una bolla!

 Già, 100.000 dollari. 

Un numero simbolico. Psicologico. Eppure sono ancora in troppi a fingere di non vedere, di non capire, di non voler nemmeno porsi una domanda. 

Perché?

Perché fa comodo. Perché, accettare Bitcoin, significherebbe mettere in discussione tutto: moneta, Stato, controllo, banche, sistema.

Ma il problema non è Bitcoin.

Il problema è ciò che Bitcoin svela: la nudità di un sistema che vive sul debito, sulla stampa infinita di denaro....... e sulla nostra ignoranza volontaria.

E quindi meglio deridere, ignorare, sminuire. Dire “tanto poi crolla”.

E intanto.......crolla tutto il resto.

Chi è dentro da tempo non festeggia solo un prezzo, ma una conferma: quella di aver scelto la strada più difficile, quella impopolare, quella derisa.

Eppure, giorno dopo giorno, blocco dopo blocco, transazione dopo transazione, quella strada prende forza.

Non perché la predicano i guru, ma perché la regge il protocollo.

Bitcoin non ha bisogno di promesse.

Non ha bisogno di fiducia. 

Semplicemente funziona!!! 

E basta!!!


Se anche tu vuoi capire, davvero, perché Bitcoin non è solo un investimento, ma una scelta di libertà, leggi i miei due libri:

– Bitcoin. Il prezzo della libertà

– Bitcoin. Il prezzo della libertà. Quarta epoca e Lightning Network (scritto a quattro mani con Gabriele Baldini)


Due percorsi, complementari: il primo per chi parte da zero, il secondo per chi ha già capito abbastanza da voler andare oltre.

Lo farai domani?

Fa come vuoi, solo potrà essere troppo tardi.

Ma oggi puoi ancora scegliere.

Vediamoci chiaro: I miei due libri su Bitcoin

Rispondo ad una domanda che mi è già stata fatta ...... più volte. 

Perché dovrei acquistare i tuoi due libri su Bitcoin?

Pronta risposta: non so dirti io il perché, devi capirlo tu.

Non esiste un motivo che possa andare bene per tutti e, i miei, non sono testi necessari, si può vivere bene anche senza leggerli.

Ma, a tal proposito, indico io a chi sono rivolti!

1. Neofiti curiosi e pensanti (soprattutto il primo libro)

-Chi ha sentito parlare di Bitcoin, ma vuole capirne il significato profondo, non solo come tecnologia o investimento.

-Persone che si interrogano seriamente sulla libertà individuale, sul ruolo dello Stato, sulle crisi bancarie.

- Lettori attenti alla storia, alla filosofia, all’etica del denaro.

2. Bitcoiner autodidatti, in crescita (entrambi i libri, ma soprattutto il secondo)

- Chi ha già una base di conoscenza, e cerca una guida più strutturata e aggiornata.

- Utenti che vogliono capire come funziona il Lightning Network, i concetti di quarta epoca, halving, scalabilità e privacy.

-Persone che vogliono passare dalla curiosità alla consapevolezza operativa.

3. Scettici intelligenti

Anche chi è critico verso Bitcoin, ma vuole un punto di vista ragionato e ben argomentato, troverà in questi due libri una lettura utile, magari non per convincersi, ma per farsi un'idea più obiettiva e rispettare chi ci crede (anche se, in quanto intelligente, penso che già lo faccia).

4. Educatori, divulgatori e formatori (perché no?)

Questi testi offrono un linguaggio accessibile ma profondo, ideale anche per chi deve spiegare Bitcoin ad altri, sia in ambito scolastico o universitario, sia associativo.

In sintesi: questi libri non sono per chi cerca scorciatoie o guadagni facili (anche perché implica un certo sforzo, chiamato lettura), ma per chi cerca idee forti, chiarezza e strumenti per liberare la mente.

Come vedi, questi due libri non sono per tutti, ma se ti raffiguri in una di queste categorie, allora SI! questi due libri fanno per te!!!!


Il lusso che non puoi comprare: la semplicità

 

Viviamo nell’era dell’eccesso. 

Ogni gesto è ostentazione, ogni scelta è contaminata dal bisogno di apparire. Ma nel caos dell’inutile, chi sceglie la semplicità non è un ingenuo: è un ribelle.

Semplicità non è povertà. È potere.

È svegliarsi e godere dell’odore del caffè. È camminare senza doverlo postare. È condividere un pasto, ridere senza filtri, guardare qualcuno negli occhi senza dover fingere.

Sono cose che non vendono, e per questo non te le raccontano. Ma sono le uniche che danno forza vera.

La semplicità ti libera dal ricatto sociale. 

Non hai bisogno di vestire come vogliono loro, né di pensare come vogliono loro. Non ti serve il loro consenso.
E più la vivi, più diventi forte. Perché scopri che sei tu a comandare sulla tua vita. Non la pubblicità. Non il trend. Non il vicino.

Il consumismo ci vuole ansiosi. 

Eternamente insoddisfatti, perennemente in corsa verso qualcosa che non ci serve. La semplicità, invece, ti restituisce il tempo, la lucidità, la vita.
E chi vive con gratitudine le cose semplici — quelle vere, indistruttibili — ha già vinto.

Ti deridono per questo? 

Se ti danno del fallito o del poveraccio, sappi che stai toccando un nervo scoperto. E hai tutta la mia stima.

Scopri di più su come conquistare una vita vincente. 

La semplicità è una delle chiavi fondamentali di Una vita vincente. Se sei pronto a liberarti dalle catene del consumismo e a costruire la tua libertà, questo libro è per te. 


E tu? Cosa ne pensi?

Il privilegio di ciò che chiamiamo “normale"

Ci sono giorni in cui ci svegliamo con il caffè già pronto, l’acqua calda nella doccia, la connessione Wi-Fi stabile e la dispensa piena. 

Uscendo, incontriamo l’asfalto liscio sotto le scarpe, attraversiamo strade con semafori funzionanti, e se ci venisse un mal di denti (spero mai più) sappiamo che un dentista è a pochi chilometri da noi.

Eppure ci sentiamo svuotati, inappagati, come se mancasse qualcosa.

Nella società occidentale, molti dei piaceri della vita sono diventati talmente scontati da essere invisibili. 

La pace, l’igiene, la sicurezza, il cibo vario, l’acqua pulita, la possibilità di scegliere come vestirci, cosa leggere, a chi scrivere, in cosa credere. 

Tutto ciò, che fino a pochi decenni fà, anche da noi erano considerati desideri irrealizzabili, sembra essersi trasformato nel minimo sindacale, il fondo scala delle nostre aspettative.

Ma è davvero così ovunque?

Basta guardare oltre confine — geografico o storico — per accorgersi che quel che noi chiamiamo “banalità” è, per miliardi di persone (non milioni), un sogno lontano. 

Dormire senza paura, mangiare senza calcolare ogni singolo pasto, prendere un aereo senza dover corrompere nessuno. Avere un documento valido. Avere diritti. Avere voce.

E allora forse oggi, prima di lamentarci per una notifica che non arriva, un algoritmo che ci ignora o un piccolo contrattempo quotidiano, possiamo fermarci un attimo. Respirare. E provare gratitudine.

Non per negare i problemi reali che abbiamo, ma per riconoscere che vivere nel privilegio inconsapevole ci sta anestetizzando. 

Forse la vera ricchezza non sta nel possedere di più, ma nel riattivare la nostra capacità di stupirci per ciò che già abbiamo.

Basta poco.

Una passeggiata all’alba, il silenzio dopo una giornata intensa, per chi è più mattiniero il profumo del pane, un messaggio sincero e il lusso di poter scrivere un pensiero (o un libro!) e condividerlo con il mondo.

Gioco d'anticipo sui critici, sottolineando che questa non è retorica: è lucidità.






giovedì 8 maggio 2025

Il Centro del Fiume: Una Canzone che Non Smette di Parlare

Oggi, dopo molto tempo, ho risentito una canzone che, in qualche modo, è stata fonte di ispirazione per molti dei miei scritti. 

Si tratta di Il centro del fiume di Pierangelo Bertoli. 

Una canzone che conoscevo già, ma che, come sempre, quando la risento, provoca in me forti sensazioni. 

Le parole e la melodia mi scuotono, come se fosse la prima volta che le ascolto. Nonostante il passare degli anni, il suo impatto non cambia.

Questa canzone ha sempre avuto un effetto particolare su di me

Parla di quella lotta contro la corrente, di come il fiume della vita scorra inevitabilmente, e di quanto sia difficile trovare il proprio posto nel centro, al di là delle imposizioni e dei compromessi. 

E ogni volta che la risento, quelle stesse sensazioni riaffiorano, come se mi stesse parlando direttamente, risvegliando in me pensieri e riflessioni che hanno alimentato la mia scrittura.

L’effetto di quella canzone non è mai stato banale: la sua forza, la sua intensità, quella lotta contro la corrente, contro la rassegnazione e contro l’omologazione, mi hanno sempre colpito. 

Ma il fatto che, nel risentirla, le stesse sensazioni siano riaffiorate con una potenza inaspettata, mi ha fatto riflettere. 

In qualche modo, Il centro del fiume è sempre stata una sorta di colonna sonora per i libri che ho scritto. 

La sua verità, anche nelle sue asprezze, è qualcosa che non ha smesso di risuonare in me, soprattutto quando mi sono trovato ad affrontare temi legati alla libertà e all’autodeterminazione, tematiche che attraversano tutta la mia scrittura.

Infatti, Il centro del fiume è stata un'ispirazione costante per i temi che tratto nei miei libri. 

In particolare in Bitcoin. Il prezzo della libertà. Quarta epoca e Lightning Network, dove esploro la lotta per la libertà, la scelta consapevole di nuotare contro la corrente. 

Non è mai facile, ma è in quel percorso che si trova il vero senso della vita, come Bertoli cantava: andare dove la vera libertà non è concessa, ma conquistata.





Divisivo, dicono. E meno male.

Me lo dicono spesso. 

I miei libri sono troppo diretti (che poi, perché sarebbero diretti?). Non cercano il consenso. Non sono commerciali. Creano divisione.


Insomma! Un disastro!

E allora?

Non li ho scritti per entrare nelle classifiche, né per accarezzare il lettore.

Li ho scritti per dire quello che penso. Punto.


Viviamo in un tempo in cui dire ciò che si pensa è diventato un atto quasi eversivo

La parola d’ordine è "piacere": piacere al pubblico, piacere all’algoritmo, piacere a chi si potrebbe dichiarare offeso per ogni sillaba fuori posto.


Ma io non vendo carezze. Né parole in saldo.

Chi cerca il compromesso costante, finisce per scrivere frasi vuote. Chi rincorre l’approvazione, si trasforma in un’eco.

Io no.


Se ciò che scrivo divide, allora funziona. Se non è “commerciale”, allora è onesto. Se non ti rassicura, forse ti sta dicendo la verità.

Non mi interessa compiacere. Mi interessa restare integro.

E se ti dà fastidio, vuol dire che ho colpito nel segno.

E se non mi sopporterai e non ti piacerò, pazienza, non sarai mai un mio lettore. 


Tu, intanto, continua a dedicarti alla compiacenza altrui.

Fallo anche per me, già che ci sei.

Intanto, il tempo scorre. Ma soprattutto, la vita passa.


Mentre ti chiedi se sei piaciuto, qualcuno là fuori ha detto quello che pensa.

Mentre misuri ogni parola per non disturbare, qualcuno vive. Sbaglia. Esagera. Ma c’è.

Tu invece? Ti sei nascosto talmente bene che forse non ti ritrovi più.


Non ho consigli da dare, non sono uno psicologo

Posso solo esternare una mia opinione:

"Sii te stesso. Onesto e coerente, anche se non piaci. Soprattutto se non piaci".



Powell parla, i mercati ascoltano: cosa cambia dopo il FOMC di maggio

Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha parlato.

Il suo intervento, atteso dai mercati globali e dagli analisti, è arrivato al termine della riunione del FOMC del 7 maggio.

Tassi d'interesse:

I tassi d'interesse, come previsto, sono rimasti invariati.

Vediamo il perché 

Inflazione e crescita: 

Powell ha affrontato il tema dell’inflazione, valutata, nonostante il suo rallentamento, troppo alta, essendo ancora sopra il 2%, mentre  il mercato del lavoro si è confermato robusto. 

Alla luce di questi dati, Powell ha preferito adottare un approccio attendista, al fine di evitare il riaccendersi dell' inflazione.

Mercati finanziari:

La reazione dei mercati è stata, come previsto, neutra.

Il messaggio chiave:

Il vero punto del discorso di Powell non è stato tanto la decisione di non tagliare i tassi, nemmeno la reazione dei mercati, pressoché nulla.

Le maggiori attenzioni, sulla sua  dichiarazione, sono state proiettate verso la reazione, decisamente stizzita, del presidente Trump, per via dell' immobilismo mostrato.

Tutto ciò ha riacceso un tema cruciale, riguardante l'indipendenza delle Banche centrali

Powell ha rivendicato, con fermezza, il diritto della Fed di agire secondo criteri tecnici e non politici, facendo notare che, la separazione tra potere esecutivo e autorità monetaria, è il principio fondante della democrazia liberale.

Considerazioni finali:

Cosa aspettarsi ora è la domanda che si fanno tutti gli analisti economici, il futuro appare ancora incerto.

L'unica certezza che ci portiamo, dopo questa giornata, è una profonda riflessione sull'importanza della decentralizzazione dei poteri, che deve andare al di là di ogni simpatia politica. 

Istituzioni autonome possono concentrarsi sul loro mandato, quello della Fed è di tutelare la stabilità dei prezzi e dell'occupazione, possibilmente senza subire pressioni esterne. 

Noi tutti sappiamo quanto la situazione americana, data la sua centralità economica, tenda a riversarsi, come un effetto a catena, su tutto il Mondo, ed è proprio per questo che l'indipendenza della FED va considerata come una tutela per tutti.




Economia italiana e sfide europee: un equilibrio delicato

Nel 2025, l’Italia si muove su un crinale sottile: da un lato segnali di crescita economica, seppur modesta; dall’altro, un contesto europeo in rapido mutamento, tra nuove priorità geopolitiche e vecchi vincoli di bilancio.

Secondo le stime più recenti, il PIL italiano crescerà tra lo 0,4% e lo 0,8%, sostenuto soprattutto dalla domanda interna. 

L’inflazione si stabilizza intorno al 2,1%, in linea con gli obiettivi della BCE. Il governo ha messo in campo un pacchetto da 3 miliardi per contenere i costi energetici, tentando di stimolare l’economia senza aumentare il debito.

Nel frattempo, a Bruxelles si discute di flessibilità fiscale.

Una dozzina di Paesi, guidati dalla Germania, propongono una sospensione temporanea delle regole UE, per poter investire nella difesa. 

Il piano Re-Arm della Commissione, spinge in questa direzione, ma apre interrogativi: fino a che punto si può derogare ai limiti del 3% di deficit? E, soprattutto, a quali condizioni?

L’Italia osserva, partecipa, e nel frattempo cerca il suo equilibrio: tra rigore e necessità di spesa, tra stabilità interna e pressioni internazionali.

Una situazione da monitorare, al di là degli schieramenti politici, con uno sguardo lucido sulla realtà economica che ci attende, attualmente galleggiante, e con una ripresa economica che, al momento, resta una parola grossa.

La situazione odierna dice che siamo ancora lì, tra continue emergenze da gestire ed un futuro continuamente rimandato.

Eppure la Storia insegna, non basta sopravvivere per restare in corsa e, chi esita, sarà destinato a soccombere. 






mercoledì 7 maggio 2025

Bitcoin, IA e libertà individuale: verso una nuova era

Quella che ci stiamo apprestando a vivere, potremmo chiamarla  era di disintermediazione.

Viviamo un momento storico, in cui tecnologie, come l'intelligenza artificiale e Bitcoin, stanno ridefinendo i rapporti di potere tra individui, istituzioni e grandi intermediari. 

Entrambe – seppur in ambiti diversi – puntano verso una maggiore autonomia personale, riducendo la necessità di fidarsi ciecamente di autorità centrali.

Nel post di stamattina ho parlato di IA, e dei suoi rischi/opportunità. 

Ora spostiamo lo sguardo, su come Bitcoin rappresenti il corrispettivo monetario di questa rivoluzione: un sistema aperto, neutrale, trasparente e soprattutto non censurabile.

Le connessioni tra questi due mondi sono sempre più forti:

IA e smart contract;

monetizzazione di contenuti, tramite micro transazioni Lightning;

tutela della privacy, grazie a strumenti decentralizzati.

La tecnologia è neutra, semplicemente ci offre degli strumenti. La scelta di decidere come usarli è tutta nostra: per essere più liberi, o per essere più controllati.


Esploriamo Bitcoin: Il ruolo di Bitcoin nel mondo

 La sesta ed ultima  puntata di Esploriamo Bitcoin, intitolata "Il ruolo di Bitcoin nel mondo", esplora come Bitcoin stia influenzando l’economia globale, aiutando a combattere l’inflazione e migliorando l’accesso ai servizi finanziari, specialmente in paesi con economie instabili. 

Si parla anche dell'interesse crescente di istituzioni e governi verso Bitcoin come riserva di valore.

Nel video (sopra menzionato) vengono analizzati vari aspetti di Bitcoin:

Implicazioni economiche

ovvero come Bitcoin stia influenzando sia i mercati finanziari globali, sia le economie locali.

Bitcoin è una valuta decentralizzata e resistente all'inflazione, che è indipendente dalle Banche centrali, la cui caratteristica, atta a crearne un sistema economico parallelo, può ridurre il potere delle istituzioni finanziarie tradizionali.

Tecnologia Blockchain

ovvero il funzionamento della tecnologia sottostante a Bitcoin.

Garantisce trasparenza e sicurezza, è utilizzata in svariati settori: la finanza, la supply chain e nei contratti intelligenti (smart contract).

Impatto sociale

l'adozione di Bitcoin che sta cambiando, sempre più, le dinamiche sociali ed i rapporti tra individuo ed Istituzioni.

Bitcoin favorisce la libertà finanziaria e l'inclusione economica, di grande aiuto alle persone che vivono in Paesi con sistemi bancari instabili, ma potrebbe arrivare a sfidare anche le strutture politiche tradizionali.

 Scritto ciò, ti saluto e ti invito ad approfondire, tramite la visione del video che ti ripropongo, cliccando qui.

Ciao!!!

 

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L'Inter risorge nella notte che conta!

Sembrava sul punto di crollare. 

Una squadra scarica, svuotata, con le spalle al muro dopo settimane di incertezze. 

E invece, proprio nella notte più importante, l’Inter ha tirato fuori il carattere. 

Contro il Barcellona, semifinale di ritorno di Champions, ha vinto con il cuore, con l’orgoglio, con la voglia di non mollare.


È facile vincere quando tutto gira. È da grande squadra rialzarsi, quando tutti la danno per finita.


Questa Inter ci ricorda che il calcio, come la vita, è fatto di cicli. Di momenti in cui si va giù. E poi si risale. 

Ma per risalire serve testa, serve gruppo, serve leadership. 

E ieri sera, queste qualità, si sono viste tutte.

Non sarà solo una vittoria sportiva. Sarà un punto di svolta. 

Una lezione su come si reagisce, che dovrebbe passare alla storia, ed essere studiata ovunque, una lezione su come si costruiscono i momenti che contano davvero.

Sono tutti eroi di questa vittoria, ma in questo articolo non voglio nominare i campioni conclamati, come il nostro capitano Lautaro Martinez e come Niccolò Barella, autori, ancora una volta, di una prestazione maiuscola, ma di quattro colossi non da copertina, come 

-Sommer: affidabile, silenzioso e carismatico 

-Darmian: esempio perfetto di professionalità e sacrificio, ieri sera ha dimostrato a tutti quanto vale, era ovunque.

-De Vrj: entrato nel finale, ha risposto all'allenatore presente, con solidità, freddezza ed intelligenza (sempre nel posto giusto al momento giusto), chiudendo e spazzando senza fronzoli 

E, ultimo ma non ultimo,

-Francesco Acerbi: a dir poco monumentale, un capolavoro di grinta e personalità. 

Una vittoria per tutti! Per i tifosi. Per i giocatori. Per chi oggi si sveglia con il sorriso di chi ce l’ha fatta, quando nessuno ci credeva più.


Intelligenza artificiale: rischi e opportunità


L’intelligenza artificiale (IA) è ormai parte integrante delle nostre vite: dalla sanità alla finanza, dall’istruzione alla giustizia. Ma in un mondo sempre più automatizzato, quale spazio resta per la decisione umana e per i principi democratici?

Il ruolo crescente dell’IA nel governo dei dati
Nel 2025, governi e aziende utilizzano modelli di IA per analizzare dati sensibili, prevedere comportamenti e ottimizzare i servizi pubblici. 

In molti paesi, queste tecnologie sono già utilizzate per prevenire crimini, pianificare la mobilità urbana e persino stabilire priorità negli interventi sanitari. 

Ma chi controlla l’algoritmo?

I rischi di una delega eccessiva
L’uso dell’IA in settori chiave, rischia di marginalizzare il giudizio umano e sollevare interrogativi etici e costituzionali. 

Le recenti polemiche sulle “scelte algoritmiche”, nei tribunali statunitensi e nei sistemi di welfare europei, evidenziano un pericolo concreto: la delega cieca a meccanismi opachi. 

Non sempre verificabili né contestabili.

Verso una regolamentazione trasparente
L’UE ha approvato, nel marzo 2025, il Regolamento sull’Intelligenza Artificiale, un documento che impone criteri di trasparenza, tracciabilità e supervisione umana. 

L’obiettivo è conciliare innovazione e diritti fondamentali, evitando che l’IA diventi uno strumento di controllo sociale o discriminazione.

Conclusione:
L’IA non è né buona né cattiva in sé: è uno strumento, quindi è neutro.. 

Ma in un’epoca, in cui le decisioni fondamentali possono essere delegate a una macchina, serve più che mai una consapevolezza generale, e istituzioni capaci di garantire buon senso. 

Che la tecnologia resti al servizio dell’uomo, e non sia mai il contrario.

martedì 6 maggio 2025

Novità in libreria: Diario di un vincente retrocesso di Dario Mondini

 Il mio amico Dario Mondini ha appena pubblicato il suo terzo libro : 

Diario di un vincente retrocesso

Edito da "Il Passeggero"

Tutto ciò dopo gli eccellenti risultati  di 

Diario di un perdente di successo (2018)

Nuove storie di un perdente di successo (2020)

Dario torna alla ribalta con una nuova raccolta di esperienze personali, raccontando gli ultimi quattro anni della sua vita movimentata. 

In quest'ultima fatica, Dario condivide con la solita sincerità e l'immancabile autoironia le sue avventure: la costante ricerca dell'amore, amicizie improbabile ed un weekend che ha segnato il suo percorso di crescita personale. Nel mezzo le imprese sportive dagli esiti altalenanti. 

Un inno alla vita e alla speranza, nonostante le difficoltà. 

Non mi sono fatto sfuggire questa nuova opera e, fossi in voi, non lo farei! 


mercoledì 30 aprile 2025

Esploriamo Bitcoin: La regolamentazione

L'America inventa, La Cina copia e l'Europa regola. 

Da questa giusta puntualizzazione del buon Marco Costanza, ritengo di dover presentare questa puntata, che presenta un argomento sicuramente meno accattivante dei precedenti, ma non per questo meno importante.

Anzi, capire la regolamentazione di Bitcoin e del mondo cripto, dovrebbe essere il primo passo da cui partire per operare.

Soprattutto in Europa, dove l' approccio, in questo mondo, è fortemente normativo con il:

-MICAR Market In Asset Cripto Regulation x offrire maggiore trasparenza e sicurezza agli investitori

-DSA Digital Service Act che ha come scopo la responsabilizzazione delle piattaforme on line

-DMA Digital Market Act volto a contrastare i monopoli digitali

non resta che sperare in una sempre maggiore comprensione ed in uno snellimento della burocrazia, che non farebbe altro che ostacolare un settore nato per essere libero e decentralizzato.

L'Europa si sta sicuramente candidando come pioniera della regolamentazione, ma il rischio che un eccesso di normative possa rallentare, o addirittura frenare, pesantemente un'economia ad altissimo potenziale, per le sue innovazioni, ed ancora giovane, viene spontaneo pensare, come esempio, alla Silicon Valley, che non è stata normata fin dai primi vagiti e poi è diventato un colosso.

L'Europa si trova nel mezzo tra due colossi

Da una parte l'America, che ha un'economia estremamente libera e dinamica, unita ad una forte propensione al rischio che in Europa non esiste; dall'altro la Cina che centralizza tutto, compreso l'approccio alla tecnologia.

E Bitcoin?

Secondo la legge italiana, dal 2017 la criptovaluta è stata considerata una rappresentazione generale di valore, utile sia per scambio sia per investimento.

Dal 2016, l'Agenzia delle Entrate, chiamata in causa dall' Echange italiano Conio, chiede di assimilare la criptovaluta alla stregua di valuta estera.

Tutto ciò determinava, per il possessore due obblighi:

1) dichiarare il possesso, che non consisteva, automaticamente, nel pagamento di imposte 

2) al pagamento sull' eventuale plusvalenza, ma (come per i possessori di valute estere) solo per coloro che risultavano in  possesso, per almeno 7 giorni consecutivi, di un ammontare superiore a 51645,69 euro (ovvero 100 milioni di vecchie lire). 

Tutto ciò consentiva, ai piccoli investitori, la possibilità di non doversi preoccupare della tassazione.

Con la legge di bilancio del 2023 è entrata in funzione la denominazione di cripto attività, ereditata dal regolamento europeo MICAR che, sinteticamente dicono questo:

1. Le criptovalute, dal primo gennaio 2023 entrano nel sistema fiscale italiano,  come "Redditi diversi"

2. Vedi sopra, le criptovalute vengono chiamate cripto attività.

3. Ci sono quattro fattispecie imponibili:

    - Vendo Bitcoin ed incasso euro o dollari (cessione a titolo oneroso);

    - Cambio Bitcoin in altre cripto o in altri servizi, (permuta), per essere fiscalmente rilevante, tale permuta dev'essere fatta tra cripto che non hanno uguali caratteristiche o funzioni (anche l'acquisto di un bene in Bitcoin è fiscalmente rilevante);

    - le plusvalenze da detenzione;

    - rimborso (ad esempio dagli exchange che sono falliti);

4. Nuovo limite di 2000 euro di plusvalenza, sopra la quale dichiaro la plusvalenza e sotto la quale sono esonerato (dal primo gennaio del 2025, anche questo limite è stato tolto).

5. La tassazione è del 26% della plusvalenza.

6. Viene introdotta la possibilità, per gli Exchange, di fungere da sostituto d'imposta.

7. Dal primo gennaio 2023 è in vigore la trattenuta d'imposta del due per mille per i possessori di cripto attività in

In poche parole

Riassumendo in versione più semplice e sintetica:

La puntata di Esploriamo Bitcoin intitolata "La regolamentazione" discute delle normative che riguardano Bitcoin e le criptovalute, con focus sulle sfide legali e fiscali in Italia e in Europa. 

Gli ospiti, tra cui l'avvocato Martina Granatiero,  ed il commercialista Gigi Turla, esplorano come le leggi stiano evolvendo per affrontare le criptovalute e le sue implicazioni.


venerdì 25 aprile 2025

La festa della Liberazione, un inno alla Libertà

Oggi festeggiamo la Liberazione.

Ma a farlo siamo quasi tutte persone (Me compreso) che non hanno mai conosciuto la fame, la paura, o il pane duro della guerra.

Persone che danno la libertà per scontata.

Come ho già scritto in un mio libro, talvolta assomigliamo più a pecore che a uomini liberi.

Seguiamo il gregge, eternamente spaventati da un cane e da un bastone.

Una maggioranza silenziosa, anestetizzata, che tira a campare sperando che, prima o poi,  qualcosa cambi.

Ma nulla cambia per caso. E se il cambiamento dovesse arrivare, potrebbe non essere in meglio.

Ogni volta che parlo (o che anche solo penso) alla possibilità di essere protagonisti della propria vita, sbaglio: non è una possibilità, è un dovere.

Per chi ha salute e mezzi, vivere consapevolmente è un atto dovuto verso sé stesso e verso colui e colei che gli hanno dato la vita.

Nessuna solidarietà per coloro che vivono di accidia e procrastinazione. Non scegliere è già una scelta. Non incidere sul proprio destino è già una colpa.

E ogni colpa, come tutto, ha un prezzo.

Un giorno arriverà qualcuno, e sarà ben lieto di farlo, che deciderà per loro.

E forse allora, troppo tardi, capiranno quanto vale la libertà.

E quanto costa perderla.

 

 

mercoledì 5 febbraio 2025

Esploriamo Bitcoin: L'arrivo dei fondi istituzionali

Ciao a tutti.

Rieccomi tra voi, con la quarta puntata di "Esploriamo Bitcoin"

L'arrivo degli Etf spot su Bitcoin, ha cambiato l'approccio della finanza istituzionale su di esso. 

E, a tal proposito :

È Bitcoin che si è piegato ai grandi fondi istituzionali, o i grandi fondi istituzionali si sono piegati a Bitcoin?

Questa domanda sorge spontanea. Ognuno si tenga le sue opinioni, in seguito proverò comunque a dare una risposta, ma una cosa è certa, la crescita di Bitcoin sarebbe continuata ugualmente, vista la sua natura decentralizzata che evita l'implicazione di qualsiasi ente istituzionale.

L'ingresso di Bitcoin, all'interno della finanza istituzionale, credo non sia da considerare  una sconfitta per Bitcoin, ma nemmeno per le istituzioni, piuttosto lo considererei un vantaggio per tutti.

Vediamo, quindi, gli argomenti trattati in questa puntata, chiamata "L'arrivo dei fondi istituzionali" .

Come vengono attualmente conservati i Bitcoin

Attualmente sono tre le modalità in cui le persone, fisiche o giuridiche, conservano i loro Bitcoin

-in self custody

- in wallet custodial, tramite Exchange

- tramite investimenti in prodotti come Etp ed Etf, grazie ai servizi delle tradizionali Istituzioni finanziarie

Quale sia la migliore, non spetta a me dirlo, ogni caso è a sé e, da questo momento, si può veramente affermare che Bitcoin fa per tutti

Ogni forma di detenzione, ha i suoi lati pro ma, di contro, anche un prezzo da pagare, quello che io amo chiamare Il prezzo della libertà  e , a tal proposito, ti informo che ho scritto due libri in materia, il primo uscito nel 2021, ma sempre attuale, ed il secondo (scritto a quattro mani) uscito nel 2023. 

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La custodia in self custody è estremamente diversa rispetto a quella fatta presso enti terzi. 

Deve essere ben chiaro che, quando si parla di Bitcoin, si parla di una nuova tecnologia che va a scombussolare il paradigma esistente e che nasce dal basso. 

Bitcoin è stato ideato da un gruppo di programmatori e di attivisti, identificati col nome di Cypherpunk, che hanno ideato  dei software concreti e pragmatici, con l'idea di abbandonare la fiducia delle istituzioni, con l'idea di creare un asset che bypassasse qualsiasi intermediario. 

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Affidare i propri asset ad un istituto è totalmente diverso che detenerli in proprio. 

Sicuramente la detenzione tramite istituto è più semplice, alla portata di tutti, le gestioni richieste all'investitore sono minime, in quanto potrebbe anche permettersi lo smarrimento di username e password, tornandone in possesso tramite richiesta al gestore, e perfino di far finire le proprie credenziali in mano altrui, in quanto, prima di far entrare il cliente nell'area riservata, vien sempre richiesto loro di confermare l'accesso, via mail o tramite codice otp inviato al cellulare. 

Va da sé che, essendo le credenziali, gestite da enti terzi, questi ultimi hanno potenzialmente accesso ai fondi del cliente che, di conseguenza , non può considerarsi possessore unico dei fondi in questione. 

Un eventuale vantaggio, dato da gestione presso terzi, potrebbe essere dato, da quel potenziale e vergognoso vantaggio fiscale che lo Stato italiano potrebbe garantire, qualora venisse approvato, a svantaggio dei possessori diretti, e che ho già spiegato in un precedente articolo, intitolato Discriminati. 

È però importante far notare che, un accumulo di fondi centralizzato, è sicuramente di gran lunga superiore a quello di un piccolo risparmiatore che li detiene in modalità diretta e, proprio per questo, più appetitoso agli attacchi degli  hacker, episodio purtroppo già verificatosi più volte. 

La detenzione presso terzi implica, oltretutto, da parte del risparmiatore, che vi si affida, un obbligo di fiducia, e pertanto deve sperare anche nella trasparenza, nelle capacità, nell'etica e nelle moralità del gestore, che potrebbe appropriarsi dei suoi fondi o azzardare operazioni rischiose (anche in questo contesto, purtroppo i casi verificatisi sono diversi) 

Si è in balia dei regolatori, che potrebbero aggiungere nuove regole, nuovi adempimenti e nuovi obblighi che tutti i gestori sono tenuti a seguire e, conseguentemente ad essi, potrebbero generare costi di gestione più alti da sopportare. 

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È qui che entra in gioco la filosofia originaria di Bitcoin, quella che implica di  slegarsi dagli enti fiduciari, per gestire le proprie risorse. 

È inevitabile constatare che la gestione diretta abbia anche degli svantaggi, quel prezzo della libertà da pagare. 

Tutto ciò implica un cambiamento nel paradigma mentale. 

Colui che decide di mantenere in autonomia i propri Bitcoin, è solo contro tutti. 

Tutto ciò richiede responsabilità, studio e fatica. 

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Scritto questo, si desume che non esiste, in assoluto, una scelta giusta o sbagliata per tutti. 

Ciò che, invece, dovrebbe essere giusta, è la consapevolezza delle proprie scelte, a ciò che si va incontro scegliendo l'autonomia o l'affidamento presso terzi e, grazie ad essa, poter formulare la scelta più giusta per le proprie esigenze. 

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Riprendendo, invece, la domanda fatta ad inizio articolo:

La finanza tradizionale potrebbe cannibalizzare Bitcoin, o Bitcoin è troppo forte anche per la finanza tradizionale? 

Che Bitcoin stia diventando una sorta di oro digitale, nel portafoglio dei risparmiatori tradizionali,  è indubbio. 

Bitcoin ha dimostrato, nonostante la sua alta volatilità, data dalla sua giovane età , grazie al suo trend crescente, di essere più adatto ai cassettisti che agli speculatori. 

Sicuramente l'arrivo, tra le istituzioni finanziarie, di un colosso come Black Rock, è pesante, ma nonostante ciò, Bitcoin, grazie alla sua natura decentralizzata, non potrà mai essere cannibalizzato.

Insomma, Bitcoin è un progetto tecnologico che, attorno adesso, ha tutti i suoi attori, Blackrock potrà essere un attore più grande, ma non potrà mai cambiare il suo ecosistema. 

In fin dei conti, che ci fosse stato , prima o poi, l'arrivo dei colossi, era inevitabile. 

Scritto ciò, vi saluto e vi do appuntamento al prossimo articolo. 

Ciaoooo!!!