Scenari di altissima inflazione e di costi energetici enormemente alti potrebbero mettere a rischio la democrazia in quel posto che è stato la culla di essa: l'Europa!!!
Soprattutto in un momento come questo in cui la crisi dei prezzi è asimmetrica, ovvero localizzata.
In Asia e negli Stati Uniti questo problema non c'è e, tutto ciò, per noi è molto pericoloso, in quanto rende le nostre aziende molto meno competitive rispetto a quelle degli altri continenti.
Discorso particolarmente valido per l'Italia.
Attualmente la disoccupazione è più o meno stabile, in questo periodo al 7,8%, ma, per il 2023 è in preventivo un aumento all'8,2%, può sembrar poco, ma trattasi di ben 63000 posti di lavoro
In uno Stato che si proclama "Repubblica democratica fondata sul lavoro" ma dove gli occupati sono circa 23 milioni sui 60 totali, decisamente meno della metà, un'ulteriore diminuzione non può che farci male
Soprattutto in un Paese che ha un debito altissimo e che, nonostante la flessione dell'ultimo anno, risulta essere ancora un pesantissimo fardello.
Le imposte per i redditi da dipendente sopra i 28000 euro lordi ammontano al 35% e, sopra i 50000 euro, addirittura al 43%, non è concepibile chiedere un ulteriore sforzo a questa categoria di lavoratori.
Per quanto ancora gli aiuti assistenziali, erogati negli ultimi quattro anni, saranno ancora possibili?
Il rischio di disordini sociali è molto alto e, con essi, anche la democrazia.
Chi conosce la storia è al corrente dei grossi problemi d'inflazione vissuti dalla Germania dopo la sconfitta della prima guerra mondiale, dei disordini che la invasero nel successivo decennio ed in cosa sfociarono: l'elezione di Hitler cancelliere nel 1933 (solo ricevocarne lo spettro mi spaventa).
I disordini sono sempre stati causati dall'estremo malessere e dalla povertà, cerchiamo d'imparare la lezione ed ognuno di noi faccia la sua parte, nessuno, a parte rarissimi casi, ha solo diritti ed è esente da doveri.