Quante volte abbiamo udito la frase "mollo tutto e vado all'estero"!
Non nascondo che io stesso ho cullato il pensiero di farlo
La tendenza ad emigrare sembra essere in crescita, buon per loro se si sono realizzati, hanno fatto benissimo!
Ciononostante tre sono i dubbi che mi han bloccato e mi han portato a cercare la mia strada nella madre patria.
Prima di tutto, vediamo il motivo che mi vedeva rivolto verso l'espatrio.
Il principale era legato ad una crescente mancanza di libertà che sto percependo, ogni anno sempre di più, ma, ragionandoci, è un trend che sta crescendo su scala mondiale, quindi, spostarsi di Paese in Paese non servirebbe a nulla
Il secondo era legato alla retribuzione, ma anche in questo caso, cercar fortuna all'estero potrebbe essere non così semplice, principalmente per due motivi:
1) emigrando all'estero diventeremmo, automaticamente degli immigrati e gli immigrati fanno statisticamente più fatica degli autoctoni a trovare impiego, sia per razzismo sia per diffidenza
2) la lingua, ostacolo da non sottovalutare, bisogna impararla e, se per risolvere problemi di semplice quotidianità può bastare un livello basico o poco più, per trovare impiego è necessario raggiungerne uno fluente
Il terzo era legato alla tassazione, motivo forse valido per un lavoro da dipendente, discorso comunque da considerare Paese per Paese, ma per quanto riguarda un lavoro autonomo, anche in Italia, le occasioni di tassazioni agevolate non mancano, vanno conosciute!
Ma ultima e non ultima, la ragione che mi ha bloccato in modo definitivo dall'impresa: la lontananza dagli affetti, situazione spesso troppo sottovalutata, ma che, durante la permanenza, viene inesorabilmente a galla, soprattutto nei momenti difficili.
Scritto questo, la mia è solo un'opinione personale, non voglio minimamente condizionare o smontare le iniziative altrui, ma solo invitare le persone a pensarci molto bene prima di fare il grande passo, soprattutto se non più di giovanissima età.
Un saluto, alla prossima
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