Per noi nati dagli anni '70 in poi è stata una sfortuna!!!
Quante volte si è sentita questa frase? Vedendola sotto il profilo pensionistico, è vero, non c'è da discutere!
E' evidente che stiamo pagando lo scotto provocato da un debito pubblico enorme, causato dai sprechi perpetrati dal dopo guerra per ben 50 anni.
Anche a costo di rendermi antipatico, la prima causa su cui puntare il dito è sulle baby pensioni, istituite nel 1973 ed erogate con disarmante leggerezza fino al 1995, han creato un vero e proprio esercito di giovanissimi pensionati che hanno influito sullo stato economico per decenni. Basti pensare che, ancora nel 2011, ne figuravano ancora ben mezzo milione.
Benché il problema del debito pubblico sia diffuso in tutto il Mondo, causa di un sistema marcio e fondato sul debito e che, in questi decenni, ha visto la risoluzione con generose stampe di moneta, in particolar modo dal 1971, quando il presidente Nixon slegò " temporaneamente" (si fa per dire) il dollaro dall'oro, l'Italia è uno degli Stati ad esserne più coinvolti, terzi al Mondo nel rapporto debito e pil .
La rottura degli accordi di Bretton Woods, avvenuta il 15 agosto 1971, ha letteralmente cambiato l'economia, con gli anni i nodi son venuti al pettine e stanno influendo sulla vita di tutti noi, soprattutto quella dei più giovani.
Da questo punto di vista è "indiscutibile" che, essere nati dagli anni '70 in poi, soprattutto in Italia, sia stato uno svantaggio, rispetto a chi è nato negli anni immediatamente post dopo guerra.
Hanno vissuto gli anni del boom economico, dove il lavoro si trovava molto più facilmente!
D'altro canto si trattava, però, di lavori spesso ripetitivi e faticosi che, negli anni, venivano automatizzati e sostituiti dalle macchine.
Lo sviluppo della medicina era decisamente inferiore a quello attuale e si godeva di una speranza di vita inferiore.
Ultimo ma non ultimo, non esisteva internet e l'accesso a tantissime informazioni erano ai più precluse, di nicchia solo ai più ricchi.
Il confronto a nostro favore con chi è, invece, nato ancora prima, si fa addirittura impietoso, soprattutto se si considera chi è nato nel primo decennio del novecento o addirittura prima, han vissuto due guerre mondiali ed una pandemia peggiore della nostra.
Sono il primo a puntare il dito sulle cose che non funzionano ed in "Bitcoin! Il prezzo della libertà" l'ho rimarcato a tinte forti, ma non per una lamentela fine a se stessa, bensì per convogliare le energie verso la risoluzione.
Io sono di fine anni 80, il problema della mia generazione è che ci han fatto credere di poter essere chiunque volevamo e che avremmo avuto la vita facile, in quanto figli di un progresso economico, che si pensava potesse non finire mai, poi dopo la riforma dini tutto cambiò, poi iniziarono i fantomatici stage non retribuiti, i contratti a progetto insomma, la globalizzazione con conseguente delocalizzazione delle imprese produttive, i nostri genitori ci han fatto credere, ingenuamente anche da parte loro non gliene imputo una colpa, in quanto ai loro tempi funzionava cosi, che con una laurea avevi tutte le porte spalancate e una carriera assicurata e cosi non fu. Per carità per citare uno tuoi precedenti articoli, siam comunque fortunati di essere nati del lato del mondo che in fondo in fondo è perfetto cit di una famosa canzone di primi anni 2000 per restare in tema.
RispondiEliminaIl problema maggiore, secondo me, è che la gestione del denaro è nelle mani delle Banche quando così non dovrebbe essere.
RispondiEliminaAlla nascita dl nuovo Ordine Mondiale erano stati presi ferrei accordi, (quelli di Bretton Woods) così come fu alla nascita dei precedenti cicli, ma gli accordi, poi, vengono sempre disattesi nel nome di un benessere momentaneo ma che non fa mai altro che portare povertà e sempre maggiori diseguaglianze.
Per quanto riguarda i genitori, ricercano sempre, in buona fede, il nostro bene e, così facendo, cercano sempre di incanalrci verso la strada che, a detta loro è la più protetta, ma così non è più, i tempi sono cambiati, ma ci sono anche molte più opportunità, grazie al mondo on line.