Contrabbandati

Contrabbandati
In una città dove nulla è davvero ciò che sembra, un Commissario fuori dagli schemi e un Giornalista a caccia della verità, si trovano immersi in una vicenda (forse) più grande di loro, tra traffici, tradimenti e redenzioni. "Contrabbandati" è un romanzo crudo e autentico, che mescola il ritmo del noir con il battito umano di chi, tra errori e speranze, cerca una via d'uscita. Una storia che sorprende, colpisce e, soprattutto, rimane. (Elio Montorsi)

martedì 30 settembre 2025

Bitcoin 2025: continuiamo a capire, prima che sia troppo tardi!

 Nel precedente post, oltre a presentare i miei due libri








 ho introdotto i concetti basilari di Bitcoin! 


Ripassiamo velocemente gli argomenti trattati

-Vi ho comunicato che Bitcoin è la principale criptovaluta, e che è una moneta fondata sulla crittografia.

- Vi ho comunicato che le transazioni vengono registrate sulla sua Blockchain, una piattaforma informatica trasparente ed immutabile.

- Vi ho anche comunicato che Bitcoin è una moneta decentralizzata 

- E Vi ho altresì comunicato che Bitcoin è un bene scarso.

Se, per caso, vorreste rivedere quanto visto in precedenza, vi consiglio di tornare sul post precedente.

Ed è proprio del concetto relativo alla sua scarsità, l'argomento di cui oggi vi voglio parlare.

Se siete stati concentrati nella lettura precedente, avrete sicuramente notato di come abbia sottolineato il numero massimo fissato dal protocollo, in 21 milioni di unità.
A dire il vero, quello comunicatovi, non è il suo numero, nell'attualità, reale, ma sarà il quantitativo massimo che la supply chain di Bitcoin raggiungerà in un periodo che si aggira intorno al 2140.
Il numero attuale non è comunque molto inferiore, è vicino alle 20 milioni di unità ed è in continua evoluzione, si può verificare su bitcoinblockhalf.com

Su questo sito web informatico  si possono visionare, per chi è curioso, interessanti statistiche correlate a Bitcoin.
Qui sotto la foto relativa all'inflazione di Bitcoin.


-Primo dato,  ovvero da quando è stato creato, o meglio minato, il primo blocco di Bitcoin  (dal 3 gennaio 2009) ad oggia fianco della dicitura  "Total Bitcoin in circulation".   

Si può subito constatare che, in circa 16 anni e mezzo, è entrato in circolo già il 95% della supply chain totale di Bitcoin (il terzo dato) e che, quindi, il numero di Bitcoin da  "minare", è di poco superiore al milione (quarto dato).

Seguire con particolare attenzione questa spiegazione è fondamentale, perché serve per portare il lettore a fare un ragionamento mirato e far si che si  ponga il seguente quesito: "Ma perché in poco più di sedici anni sono entrati in circolo, nella supply chain, quasi 20 milioni di Bitcoin, e per vedere in circolo il milione rimanente bisogna aspettare più di un secolo?"

Per rispondere a questa domanda basterebbe pronunciare una sola parola: halving!


In cosa consiste l'halving?

Lo dice la parola stessa, halving significa dimezzamento, ed è ciò che avviene, periodicamente, durante il mining di Bitcoin, per fare in modo di rendere sempre meno inflattiva la moneta (riducendo via via l'offerta), fino a far si che, un giorno, sarà addirittura deflattiva, perché non ci saranno più Bitcoin da minare.

Tutto ciò non è casuale, ma è stato costruito attraverso un ragionamento matematico.

Questo ragionamento è comprensibile, ma solo se ci si concentra e si segue con attenzione.

Entriamo nel dettaglio.


I Bitcoin vengono minati a singoli blocchi, e per farlo serve un tempo che è, approssimativamente, di dieci minuti (la diciannovesima voce della tabella).

L'attività di mining, consiste nel risolvere complessi problemi matematici, tramite computer appositi. 

Coloro che si dedicano a tale attività sono denominati miners. 

Per essere un miner non serve alcun attestato, o alcun permesso, chiunque potrebbe potenzialmente esserlo, ma bisogna possedere dei computer dedicati e stabilirsi in Paesi dove è possibile fruire dell'energia a basso costo (l'Italia non è il posto ideale).

Il tempo per risolvere questi problemi è ovviamente variabile, ma si aggira, mediamente, attorno i dieci munti, e tutto ciò non è casuale.

Il tempo necessario alla risoluzione è direttamente causato dalla loro complessità (ventunesima voce in tabella), e tale complessità viene periodicamente aggiustata, ovvero ogni 2016 blocchi, equivalenti approssimativamente a due settimane (visibile il countdown alla sua successiva modifica nell'ultima voce).

Questo perché  se la risoluzione dei problemi matematici, negli ultimi 2016 blocchi, fosse stata eseguita in un tempo mediamente inferiore ai dieci minuti, la complessità verrebbe aggiustata al rialzo, se invece fosse stata più lenta e ci fosse voluto un tempo medio superiore ai dieci minuti, verrebbe aggiustata al ribasso.

Tutto ciò consente di mantenere la tempistica, tra un blocco e l'altro, in un  tempo molto vicino proprio ai dieci minuti e, contestualmente, il numero medio di blocchi giornalieri a 144 (ventesima voce)

Il miner che risolve il problema, ovviamente non è un benefattore e non lo fà gratis, ma viene premiato con il quantitativo di Bitcoin presenti nel blocco. 

A questo punto, il miner può decidere se tenersi i Bitcoin o se venderli. 

Quanti sono i Bitcoin presenti in ogni blocco?

Attualmente i Bitcoin presenti, in ogni blocco sono 3,125 ed il numero è legato proprio all'halving.

L'halving si verifica ogni 210000 blocchi, equivalente ad un tempo leggermente inferiore ai quattro anni.
Fino ad ora ci sono stati quattro halving (diciottesima voce), attualmente vengono generati 450 Bitcoin al giorno (ottava voce), la voce successiva (la nona) ti dice quanti Bitcoin saranno generati dopo il successivo halving (ovvero 225).
Le voci immediatamente successive ti dicono qual è l'attuale inflazione annua di Bitcoin (si aggira attorno lo 0,8%) e quale sarà dopo il prossimo halving (allo 0,4%).

L'inflazione futura di Bitcoin sarà destinata via via a diminuire,  nei suoi primi anni, invece, ovvero nel recente passato, è stata più alta.

Alla sua nascita, in ogni blocco erano contenuti 50 Bitcoin, la sua inflazione era molto alta; dopo il primo halving, al raggiungimento del blocco numero 210000, verificatosi a novembre del 2012, il premio per i miner è dimezzato a 25.

A luglio del 2016, venne minato il blocco 420000 e ci fu il secondo halving, da quel momento i Bitcoin vennero dimezzati a 12,5.

A maggio del 2020 si raggiunse il blocco 630000 e ci fu il terzo halving, ad aprile del 2024 si raggiunse il blocco 840000 e ci fu il quarto halving.

Scritto ciò, al lettore verrà automatico chiedersi se, per il miner, dopo l'halving, la situazione non  sia peggiorata.  

E in effetti, nel brevissimo termine, lo è, non per niente, molti miners, subito dopo l'halving spengono le macchine e sospendono l'attività, in quanto non più remunerativa.
Ma nel medio breve termine la situazione tende a migliorare, in quanto la riduzione dell'offerta è un parametro che favorisce l'aumento della quotazione (seppur non immediato).

Arrivato a questo punto, credo di avervi già riempito di informazioni e non intendo creare ulteriore confusione, pertanto vi saluto e vi do appuntamento al prossimo contenuto.

Se, invece, siete impazienti ed assetati di cultura, vi consiglio caldamente di iniziare lo studio con la lettura di 


in cui è racchiusa buona parte parte del mio sapere, al prezzo di un paio di calzini di marca.

Ora però vi devo lasciare!

Ciao!!!













martedì 23 settembre 2025

Bitcoin 2025: la FOMO è alle porte. Due libri per capire prima che sia tardi.

In questo 2025 ci si aspetterebbe una pubblicità più aggressiva su Contrabbandati

E' la novità, uscita da pochi mesi e sarebbe lecito aspettarsi tutto ciò.
Oltretutto è un'opera a cui sono profondamente legato, ma la circostanze attuali mi impongono di concentrare le mie energie su altro, pertanto, per il momento, mi limito ad invitarvi a leggere questo articolo scritto due mesi fà, se volete saperne di più..

Oggi mi preme segnalare  due miei info prodotti. 



-Bitcoin! Il prezzo della libertà. Quarta epoca e Lightning Network (scritto a quattro mani con Gabriele Baldini), datato 2023;


Ebbene si! Proprio quelli inerenti Bitcoin

Il motivo è prettamente temporale

Siamo in un momento particolare,  nell'ultimo quadrimestre o nell'ultimo terzo dell'anno (come piace più a voi) del 2025.
Ed è proprio in questo periodo in cui potrebbe partire, da un momento all'altro, la FOMO su Bitcoin.
Di cosa si tratta?
F.O.M.O. = Fear of missing out (paura di rimanere fuori).
E' storicamente il momento in cui l'halving di Bitcoin (l'ultimo è avvenuto in aprile del 2024), grazie al dimezzamento dell'offerta, si fa sentire maggiormente, provocando un deciso aumento della quotazione.



Tutto ciò genera impatto mediatico

I piccoli investitori (denominati retail), prima disinteressati all'argomento, ne sentono parlare, restando fortemente colpiti dai grandi guadagni registrati da alcuni, e si fanno condizionare.
E' il momento in cui l'avidità prende il sopravvento sulla ragione.
E' il momento in cui bisogna assolutamente entrare per "fare la grana".
Ed è il momento in cui la gente si fà molto male.

In un articolo di maggio ne parlai, chiamandola, in modo tutt'altro che diplomatico,  "FOMO dei pirla"

Risulta evidente come l'invito ad acquistare questi due testi, non sia focalizzato su come diventare ricchi dall'oggi al domani (mi spiace per voi,  se questo è ciò che vi aspettate,  rivolgetevi altrove),  perché, a mio avviso, non è possibile (al netto di incredibili botte di fortuna), ma piuttosto per conoscere, imparare e, contestualmente non farsi fregare da sedicenti guru che si trovano on line.

Senza alcuna pretesa, provo a descrivervi Bitcoin in poche righe

Immagino che ormai tutti lo conosciate, almeno per sentito dire, ma presumendo, per assurdo, di imbattermi in persone che non l'abbiano  mai sentito nominare, Bitcoin è una moneta che vive su internet.
Più precisamente, è una moneta fondata sulla crittografia ed è una criptovaluta (la più importante), le cui transazioni vengono registrate su una piattaforma informatica, trasparente ed immutabile, chiamata Blockchain.
Caratteristiche fondamentali di Bitcoin sono quelle di essere una moneta preziosa, nel suo protocollo è fissato il raggiungimento di un numero massimo di 21 milioni di unità, e di essere decentralizzata,  visto che le transazioni tra un soggetto A e un soggetto B avvengono senza terze parti.

Bitcoin è un progetto pubblico ed open source

Il progetto è pubblico ed aperto a tutti, è nato nel 2008 per mano di un tale (o una tale, o un gruppo di tali), con eccelse abilità informatiche (forse un hacker) rimasto a tutti sconosciuto, e presentatosi con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. 




Di costui soni sparite le tracce dal 2011,  molti pensano sia addirittura morto, ed abbia lasciato in dono, all'umanità, questo progetto.

Grande invenzione o bolla?

Non mi pronuncio, fino ad ora, tra notevoli alti e bassi, il protocollo ha retto.
Non escludo che possa trattarsi di entrambe le cose (basti pensare ad Internet)
Ognuno pensi quel che vuole, ma una cosa è certa, nella mia vita non ho mai visto un asset così polarizzante.



Ma spiegarvi bene Bitcoin, in poche righe, non è possibile

Per questo vi sto invitando ad approfondire con i due libri in materia, vi consiglio di leggerli entrambi.
-Il primo assolutamente necessario per chi parte da zero, 
-Il secondo appannaggio di chi ha già una conoscenza di base.

Promettendo  che tornerò presto sull'argomento, vi saluto.

Alla prossima!

martedì 16 settembre 2025

Sei già ricco ma non lo sai. Un libro da leggere

Il titolo del mio nuovo articolo è  lo stesso del libro che ho appena acquistato.







Sono in trepidante attesa del suo arrivo, ma conoscendo - non di persona, ma di fama -il suo autore, sento di doverlo menzionare.

E non è (ancora) del suo libro, bensì del suo podcast e del suo canale YouTube, entrambi dedicati alla  finanza personale

Un canale che consiglio vivamente 

Ho seguito con estrema attenzione i suoi primi video su YouTube, da appassionato del tema.

Questo contenuto, non sostituisce in alcun modo  la visione degli episodi - necessari a comprendere logiche e strumenti dell' investimento -  ma vuole essere un contributo integrativo nella comprensione dei concetti principali.


E' ovvio (ma lo scrivo lo stesso) che non viene dato alcun consiglio finanziario, né da parte dell'autore del podcast né - tanto meno - dal sottoscritto.
Innanzitutto perché non essendo lui un consulente (ed io nemmeno), non può farlo (ed io nemmeno), poi perché come dice la parola stessa, la finanza personale è personale!

Perché investire?


Non basterebbe solo risparmiare?







La domanda è più che mai legittima.

Ma oggi, quattro sono i motivi (o le spine nel fianco) che rende, qui in Italia,  fondamentale l'investimento sul lungo termine:

1) inflazione;

2) debito pubblico;

3) pensioni risicate (dovute anche ad una popolazione sempre più anziana);

4) stipendi immobili


L'equazione della ricchezza

Uno dei concetti fondamentali è l'equazione della ricchezza. Ma di che si tratta? 
Non è nessuna formula magica, ma solo una  semplificazione utile per comprendere le tre  componenti  fondamentali di un investimento :
-capitale

-durata 

-rendimento 

Se il rendimento dipende in gran parte dal mercato ( su cui non possiamo incidere, se non parzialmente), capitale e durata sono interamente nelle nostre mani.

Nessun titolo consigliato, ma tanta formazione!

Se non vengono suggeriti strumenti specifici, in cosa consiste allora la formazione?
Nella ricerca di una strategia che deve essere propria, dipende dalle caratteristiche personali:
-età 
-reddito
-impegni finanziari
- tenore di vita
- predisposizione al rischio

A tal proposito, viene sottolineata la proporzionalità diretta tra rischio e rendimento 

Per aumentare, nel tempo, le prospettive di rendimento è necessario prendersi maggiore rischio.
Chi non volesse correre rischi, cosa impossibile, ma comunque poterli limitare il più possibile, dovrà sacrificare parte del rendimento.
Non esistono, quindi asset che offrono alto rendimento e  basso rischio.

Vengono altresì segnalate le principali forme di investimento 

Due sono le modalità principali per investire il proprio denaro:
- prestarlo in cambio di un interesse;
- acquistare quote di un business e trarne ricavo;
Il primo caso è sotto forma di obbligazioni (bond)




Il secondo caso è sotto forma di azioni (stock).




Le azioni sono un investimento più rischioso delle obbligazioni e, nel lungo termine, hanno realizzato crescite più importanti rispetto alle obbligazioni ma, allo stesso tempo, sono da sempre soggette a maggiore volatilità.

È stato sottolineato come, se sei giovane, un prodotto ad accumulazione, mirato alla crescita di capitale, sia da preferire ad uno di distribuzione.

Il discorso è duplice:

- garantisce una crescita a tasso  composto: in quanto il premio, in cedole o in dividend, andrebbe ad aumentare il capitale anziché essere monetizzato

- garantisce un beneficio fiscale: non essendoci la monetizzazione, le tasse non verrebbero ancora pagate, mentre l'intero importo andrebbe interamente a sommarsi con il capitale esistente 

Un equilibrato mix  tra azioni e obbligazioni,in questo recente passato, ha dato ottime performance 

Per giudicare le performance di un investimento non è sufficiente soffermarsi sulla sua crescita.

È importante considerare anche la sua linearità.

Per questo l'inserimento di una componente obbligazionaria ha permesso di aumentarne la stabilità senza comprometterne eccessivamente la crescita.

Il mix vincente degli ultimi 40 anni potrebbe dare meno garanzie

Il vecchio mix, 40% di obbligazioni e 60% azioni, ora, potrebbe non dare le stesse garanzie dei precedente quarantennio.
- alta inflazione

- eccessivo debito pubblico 

- tassi d'interesse in futuro più alti

Potrebbero rendere più difficile il cammino del classico mix, già incorso in una violenta battuta d'arresto, per lo stesso motivo, nel 2022.

Per questo potrebbe essere buona cosa coprirsi anche con beni rifugio, dati da:

-oro: visto da 5 millenni come il bene rifugio per eccellenza;



- materie prime: non necessariamente un grande investimento, se visto sul lungo termine, ma protettivo nei casi di shock produttivi, in quanto la loro crescita del momento, potrebbe bilanciare il rintracciamento degli altri titoli.




-bitcoin :  sicuramente l'asset più polarizzate di questi ultimi vent'anni 


Parola d'ordine: semplicità 

È stato fino ad ora visto quanto sia importante diversificare.

Ma, per farlo, sarebbe necessario investire in diversi titoli di diversi settore,  quanto capitale ci vorrebbe? Troppo per un normale investitore.

Una soluzione di sole tre lettere: ETF!!;

Exchange Trade Funds, panieri di titoli, sia tematici sia settoriali, che spaziano nel mondo azionario, obbligazionario, delle materie prime e dei beni rifugio.

E costano pochissimo!

Essendo titoli a gestione passiva, replicano fedelmente l'andamento del mercato, con costi di gestione inferiori al mezzo punto percentuale (i fondi a gestione attiva hanno costi del 2/3%).

Se ti sembra poco, ritagliati qualche minuto e fatti delle simulazioni a 5, a 10 e a 15 anni!

Non ti rubo altro tempo!

Se non per indicarti una delle piattaforme disponibili: Scalable Capital!


Nella speranza di esserti stato utile, ti saluto e ci vediamo al prossimo articolo 



martedì 9 settembre 2025

FATTI E MISFATTI DI UNA CULTURA PAUPERISTICA IN UNA SOCIETA' OPULENTA- Atto secondo

La scorsa settimana ho pubblicato la mia prima "tematica" relativa a questo argomento, con la promessa di riprenderlo, sviluppando concetti micro economici.

E' arrivato il momento di farlo!!!

Sicuramente, in questo caso, scandagliando l'argomento nel dettaglio, all'interno della nostra società, l'approccio cambia enormemente e l'argomento diventa estremamente più complicato.

Quale sarebbe il motivo di questa difficoltà?

Bisognerebbe, a mio avviso, fare un distinguo importante, tra cultura pauperistica (come descritta nel titolo) e pauperismo.

A primo acchito, la lettura del titolo non lascerebbe intravvedere dubbi, in quanto trattasi di "cultura pauperistica", ma se così fosse, il tema si concluderebbe in poche righe.

Cosa sarebbe la cultura pauperistica?

La cultura pauperistica,  praticata in passato, principalmente per motivi religiosi, consisteva in una decisione di spontanea volontà di essere povero e vivere in modo umile. Nel Medioevo era molto praticata, ed ha avuto in San Francesco d'Assisi ed in Valdo da Lione i suoi principali esponenti.




Ai giorni d'oggi, è vista in senso più moderno come una filosofia di vita, in risposta ad un'esistenza dedita esclusivamente all'accumulazione di ricchezza e di beni materiali, e consisterebbe nell'adozione di una vita spirituale ed essenziale, basata sui concetti della decrescita felice.

Ben diverso è il pauperismo

Da intendere come gravissima situazione di depressione economica, estesa a larghi strati della popolazione, conseguenza di molteplici fattori (forte diminuzione di risorse capitali, distribuzione disuniforme di ricchezza, scarsissimo spirito imprenditoriale, guerre, carestie, crisi economica, inflazione galoppante).

Se nel primo caso la povertà è vissuta in modo volontario, nel secondo è una condizione imposta dalle avversità della vita!


Sulla "cultura pauperistica" non avrei nulla da obiettare

Lo sento come uno strumento di difesa, vissuto probabilmente in modo "particolarmente estremo", ai canti delle sirene provenienti dalla società consumistica ed opulenta di oggi.

La semplicità è un valore molto importante ed è il punto cardine per il successo legato alla finanza personale, la quale si fonda, principalmente, sulla gestione oculata del denaro.

"Se compri cose di cui non hai bisogno, presto dovrai vendere cose di cui hai bisogno"

E' una frase storica di Warren Buffet che, per chi non lo conoscesse, è il più grande investitore di tutti i tempi, forte di un patrimonio che supera i 150 miliardi di dollari.






Più che mai adatta all'economia consumistica di oggi, fondata sul debito.

Concetti toccati anche in diversi dei miei libri, sia economici che non.















Ed una realtà sotto gli occhi di tutti

Secondo quanto riportato dalla rivista LMF (La Mia Finanza), questo 2025 ha registrato  un aumento del numero degli italiani indebitatisi per andare in vacanza.

Lungi da me esprimere alcun tipo di giudizio (chi sono io per farlo?),  ma l'importante è essere consapevoli delle proprie scelte, fatte in autonomia e responsabilità, e non incolpare gli altri, nei momenti bui, per le proprie disavventure.



martedì 2 settembre 2025

FATTI E MISFATTI DI UNA CULTURA PAUPERISTICA IN UNA SOCIETA' OPULENTA - Quel tema che non ha mai smesso di farmi pensare

Più di trent'anni fà, un ex professore d'italiano, avuto durante le scuole superiori, ci diede da svolgere un tema dal titolo molto particolare ed estremamente complesso.



Inutile ripeterlo,  penso l'abbiate  capito.

In quel momento lo odiai, concentrando i miei pensieri su di lui e non sull'argomento,  gli diedi, in cuor mio, dello scemo, lo fecero tutti, quindi ero convinto di essere nella ragione.

Sono passati più di tre decenni da quel giorno e, come per incanto, ho avuto l'intuizione.

Mi piacerebbe poterlo incontrare nuovamente, e scusarmi per aver pensato male di lui; facendomi un pò di giusta autocritica devo ammettere che, forse, lo scemo, quel giorno, ero io, perché non ero abituato a pensare abbastanza per capire, e focalizzare la mia concentrazione (scarsa) verso ciò che conta.

Era un tema difficile? Certo! Ma fatto per il nostro bene, il suo obiettivo era di farci migliorare, farci alzare l'asticella e, possibilmente, farcelo fare subito, perché un domani sarebbe stato troppo tardi (quel domani arrivò, ma trattasi già di..."ieri"). 

Lo disse anche Tim Cook, quando ci onorò della sua visita presso la Bocconi di Milano. 



Averlo capito solo ora, con notevole ritardo, mi ha fatto venire così tanti rimpianti dall'arrivare a  pensare che, forse, sarebbe stato meglio restare nell'ignoranza, e non averlo capito mai. 

Ma un piccolo cruccio mi voglio togliere, perché se è vero che è anagraficamente troppo tardi per crescere in certe aree della vita, non lo è per altre, compreso lo svolgimento di quel tema che non ho ancora dimenticato

In tanti modi avrei potuto svolgerlo, tanti buoni temi avrei potuto scrivere.

Avrei potuto scrivere un tema politico, un tema filosofico, un tema spirituale, un tema esistenziale, tanto per fare alcuni esempi. 

Ed invece? Tutto ciò che partorii la mia mente bacata di allora, indolente allo studio, fu una schifezza degna delle gesta di Pierino, il personaggio televisivo recitato divinamente dal compianto Alvaro Vitali.

Visto che non lo feci allora,  proverò a farlo oggi.

************

Andando dietro alle mie passioni, gli darò un'impronta economica, sia da un punto di vista macro sia da un punto di vista micro. 

Oggi prenderò  in considerazione il macro, sarà un articolo diviso in un paio di puntate, seguendo la falsariga degli articoli, da me scritti qualche anno fà,  relativi all' Avventura di un povero cristiano

************

Il primo argomento che mi viene in mente, rileggendo il titolo, riguarda l'attuale Europa, alle prese con una sorta di contraddizione interna.

La considero, anzi ci consideriamo una società opulenta,  in quanto ci troviamo (almeno per il momento) in una delle aree più ricche al Mondo, con standard di vita alti o, per certi verti versi, addirittura altissimi.




Una ricchezza, la nostra, esclusivamente figlia di un passato ormai remoto, dedito a lavoro, sacrificio e che, unito al boom economico dei memorabili anni sessanta, aveva posizionato molti dei nostri Paesi, fino alla fine del vecchio secolo, tra le prime potenze mondiali economiche.

Considero, d'altro canto, che tutto ciò abbia sviluppato una cultura pauperistica, che ha contribuito a farci smettere, da tempo, di valorizzare la ricchezza incentivando la crescita, coltivando piuttosto una mentalità volta ad ostacolare chi vorrebbe produrre ed investire. 

E' ormai scomparsa la voglia di sacrificarsi, per fare spazio ad un più comodo atteggiamento passivo ed improduttivo.

Ma non avevo recentemente scritto che al mercato non piace l'improduttività?

Eppure ho l'impressione che, qui da noi, in Europa (e l'Italia non fa certo eccezione) ci si concentri più su:
- diritti (spesso non accompagnati ai doveri)
- godersi la vita
- protezione di privilegi storici e datati, ma soprattutto ingiusti (vogliamo parlare dei vitalizi per i nostri amati politici? e, perché no? delle baby pensioni? No, poi divento antipatico)

D'altro canto, c'è poca attenzione ad investire sulla produzione reale e , soprattutto, sulla ricerca e sulla cultura.

La contraddizione è evidente

ci si lamenta della concorrenza globale (contemplata peraltro dalla democrazia) incolpandola per la nostra perdita di competitività, invece dovremmo agire per esserlo anche noi.

Ci si rifiuta categoricamente di prenderlo in considerazione, come se fosse il male, eppure la storia insegna che l'unico approccio che ha arricchito gli Stati, è stato quello capitalistico (adottato, tra l'altro anche dalla Cina, nonostante il governo sia comunista).

************

Il rischio, per noi europei, è alto ed il Presidente dell'Argentina Milei, al W.E.F. del 2024, ne ha apertamente parlato

Ha sostenuto che, se non cambieremo velocemente, rischieremo di fare la stessa fine del suo Paese, passato, in soli 150 anni, dall'essere uno dei più ricchi ad uno dei più poveri del Mondo.

Al momento, a diciotto mesi di distanza, non c'è stata alcuna reazione al  monito, se non di scherno nei suoi confronti, per il  modo colorito e pittoresco di presentarsi al pubblico, ma i giorni, i mesi, e gli anni stanno volando via, e la situazione sta solo peggiorando......

ed i dazi, appena imposti da Trump (additato, dalle nostre parti, come il colpevole di turno, e di tutto), metteranno a nudo tante difficoltà.

Ma i problemi erano già esistenti, qualcuno l'aveva già detto in tempi non sospetti, solo che, fino ad ora, i nodi non erano venuti al pettine, probabilmente a breve accadrà.



Sta a noi decidere se restare una società opulenta che si consuma lentamente (ma non troppo), o se ritrovare il coraggio di produrre, di investire e di innovare.

La storia non aspetta, o torniamo protagonisti o saremo solo spettatori.

Scritto ciò, ti saluto! Non perderti il prossimo articolo o, meglio ancora, il prossimo tema :)




martedì 26 agosto 2025

BITCOIN INARRESTABILE. La Fed cambia le regole del gioco

Il via libera della Fed che riscrive la finanza

👉 La Fed apre le porte al Bitcoin!


Ebbene sì! Ma che significa, in concreto?

Significa che le banche americane potranno offrire ai loro clienti servizi di custodia e gestione del Bitcoin.

Una decisione destinata a cambiare, una volta per tutte, il rapporto tra investitori tradizionali e mondo delle criptovalute.

Non un fuoco d’artificio, ma una rivoluzione silenziosa: quei cambiamenti che passano quasi inosservati al momento, ma che poi lasciano un segno indelebile.

************

Agosto, il mese delle svolte

Agosto è considerato un mese di vacanza, eppure – non a caso – spesso diventa teatro di decisioni epocali.

15 agosto 1971: il presidente Richard Nixon chiude definitivamente gli accordi di Bretton Woods e la convertibilità del dollaro in oro.



Agosto 2011: in Italia, con il famoso “decreto di Ferragosto”, Tremonti prova a fermare la tempesta dello spread con una manovra da 45 miliardi. 
Tagli agli enti locali, innalzamento dell’età pensionabile, pareggio di bilancio. 
Un tentativo disperato, approvato ma stravolto, dove a cadere furono soprattutto pensioni e trasferimenti, mentre il taglio agli stipendi dei politici, proposto proprio dall'ex Ministro (giusto rendergliene atto) utile forse più come giusto esempio da dare ai cittadini (chissà perché 🤣) restò solo sulla carta.

La storia insegna: agosto non è mai un mese banale.

***********

Oggi è la Fed a muovere le pedine


Con questa decisione, la banca centrale americana apre la strada a un futuro in cui Bitcoin non sarà più un mercato di nicchia, ma un’opzione disponibile per chiunque.

E anche noi, in Europa, potremmo presto (o tardi, come spesso accade) assistere alla stessa accelerazione.

Chi oggi vede Bitcoin come un investimento “alternativo”, domani potrebbe trovarlo direttamente allo sportello della propria banca.

La rivoluzione è iniziata. E stavolta parla la lingua del Bitcoin!

************

Ma giocare d'anticipo è ancora possibile.

Non esistono più scuse, le modalità per farlo sono due:

- in modalità diretta, avvalendosi di piattaforme sicure e regolamentate, come Coinbase (tra l'altro quotata nel Nasdaq)

- sotto forma di sottostante, tramite broker operanti nel settore, anche tra essi  scegliere quelli sicuri e regolamentati, ce ne sono diversi e, tra l'altro, molto economici, quello che a me viene in mente


In entrambi i casi, non starai solo acquistando un "asset", ma avrai anche scelto consapevolmente di far parte di questo cambiamento epocale! 

perché assistere alla storia, è ben diverso dal farne parte!











 

venerdì 22 agosto 2025

Lavoro 2.0 : Smart working, A.I. e le nuove sfide del futuro

Il mondo del lavoro sta cambiando


Inutile fare finta di nulla o nascondersi dietro un dito.

C’è però un minimo comune denominatore che resiste da secoli e, probabilmente, durerà fino alla fine dei tempi: al mercato non piace l’improduttività.

************

Lo si può constatare leggendo la storia. 

Viene subito in mente un capolavoro di John Steinbeck, Furore, che racconta la disperazione dei contadini americani, improvvisamente esclusi dalla vita lavorativa a causa di una nuova tecnologia: il trattore. Grazie alla guida di un solo autista, questa macchina era in grado di sostituire il lavoro di decine di braccianti, più velocemente e meglio.

Quel cambiamento sconvolse la vita di milioni di persone, ma col tempo fu assimilato. 

Il “maledetto trattore”, inizialmente odiato, divenne presto una risorsa indispensabile, quasi una benedizione. 

Così accade da sempre: dopo lo shock iniziale, la società entra in una nuova fase di stabilità economica che, pur con disuguaglianze, porta un miglioramento diffuso del benessere.

************

Il problema è che la ricerca non si ferma mai. 

L’automatizzazione cresce senza sosta e i lavori tradizionali di oggi, con ogni probabilità, domani non esisteranno più. 

Può sembrare una frase fatta, ma è la cruda verità, che piaccia o no.

La società contempla il lavoro solo se porta un reale valore aggiunto: era così ieri, lo è oggi e lo sarà domani.

Un esempio concreto? Il cassiere ai caselli autostradali: una mansione che sta scomparendo perché i sistemi automatici la sostituiscono a costi più bassi e senza margini di errore umano. Più produttivi, dunque più convenienti.

************

Dal “maledetto trattore” al Lavoro 2.0



Nel contesto del lavoro 2.0, è essenziale comprendere le implicazioni dell'ignoranza digitale. 

Così, ricollegandomi ad un mio precedentemente articolo, l'ignoranza è costosa, la mancanza di competenze, in questo caso quelle digitali, può comportare svantaggi significativi.

Quello che allora fu il trattore, oggi lo sono l’intelligenza artificiale, la robotica e la digitalizzazione. 

Sono loro i nuovi “sconvolgimenti tecnologici” che stanno ridisegnando il lavoro. 

Non si tratta di scenari futuristici, ma di una realtà già presente: chatbot che sostituiscono i call center, software che analizzano dati al posto degli analisti, macchine che producono in catene di montaggio, quasi senza l’intervento umano.

Ma se la tecnologia elimina alcune mansioni, ne crea inevitabilmente altre. 

È il passaggio al cosiddetto Lavoro 2.0, un modello in cui non contano più solo le ore trascorse in ufficio, bensì la capacità di adattarsi, di imparare continuamente e di generare valore attraverso competenze nuove.

************

Le caratteristiche del Lavoro 2.0



Smart working e flessibilità: la pandemia ha accelerato un processo già in corso. 

Oggi non serve essere sempre in ufficio per lavorare bene; contano gli obiettivi raggiunti, non la presenza fisica.

Competenze digitali: saper usare strumenti online, piattaforme collaborative e software intelligenti è diventato essenziale, indipendentemente dal settore.

Apprendimento continuo: chi pensa di cavarsela con il “sapere” acquisito all’inizio della carriera, rischia di restare indietro. 

La formazione costante è ormai un obbligo, non un optional.

Nuove figure professionali: data analyst, esperti di cybersecurity, sviluppatori di AI, ma anche consulenti per la sostenibilità o coach per il benessere aziendale. 

Professioni impensabili solo vent’anni fa.

************

Le sfide aperte

Il Lavoro 2.0 non è privo di rischi. 

La crescente precarietà contrattuale, la gig economy e la scomparsa di tutele tradizionali creano incertezza. 

Allo stesso tempo, il confine tra vita privata e professionale diventa sempre più sfumato: se posso lavorare ovunque e in qualunque momento, rischio di non staccare mai davvero.

Inoltre, la velocità dell’innovazione rischia di lasciare indietro chi non riesce a tenere il passo: un divario non solo economico, ma anche culturale e sociale.

***********

Conclusione: cavalcare l’onda



Il mercato, ieri come oggi, non perdona l’improduttività. 

Ma, come accadde con il trattore, anche le nuove tecnologie possono trasformarsi da minaccia a opportunità, se affrontate con lo spirito giusto.

Il Lavoro 2.0 non va visto come una condanna, ma come un’onda da cavalcare. 

Chi saprà adattarsi, imparare e reinventarsi, potrà trovare in questo nuovo scenario non solo un lavoro, ma anche una forma di realizzazione personale.

Chiudo questo articolo con una frase ormai datata, non mia, ma di Massimo Russo, e che riportai anche in un mio precedente lavoro, intitolato Bitcoin, Il prezzo della libertà.

"L'innovazione non chiede il permesso, travolge chi è immobile e cambia il Mondo"

Per approfondire ulteriormente le sfide, ti consiglio di leggere anche