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IL PREZZO DELLA LIBERTÀ

domenica 18 maggio 2025

Il pensiero pigro

Viviamo in un’epoca in cui tutto è a portata di click. 

Notizie, opinioni, analisi, giudizi, sentenze.

 Mai come oggi è stato così facile “sapere” senza davvero conoscere, “capire” senza realmente comprendere. 


Ma dietro questa comodità si nasconde una trappola sottile e pericolosa: quella del pensiero pigro.

Il pensiero pigro è quello che si accontenta del titolo, del post, del commento letto per caso. 

È quello che scorre distrattamente tra decine di contenuti e si convince di avere una visione chiara del mondo. 

È quello che rifiuta la complessità, che fugge l’approfondimento, che si rifugia nelle certezze preconfezionate perché fare domande costa fatica.


E così ci ritroviamo a ripetere slogan, a schierarci per appartenenza, a credere senza dubitare, a condannare senza analizzare. 

Il pensiero pigro è l’alleato perfetto di chi vuole manipolare, semplificare, controllare. 

È il terreno fertile dove crescono le menzogne, le polarizzazioni, i fanatismi.


Perché pensare davvero è scomodo. 

Richiede tempo, letture, silenzi, errori. 

Pensare davvero vuol dire ammettere che si può cambiare idea, che forse si era in torto, che la realtà è più sfumata di quanto sembri. 

Pensare davvero è un atto di coraggio e di libertà.


Il paradosso è che oggi, con tutte le informazioni a disposizione, è diventato più difficile essere pensanti. 

Non per mancanza di stimoli, ma per eccesso. 

Il sovraccarico informativo ha atrofizzato la nostra capacità di elaborare. Invece di orientarci, ci perdiamo.


E allora, forse, oggi il vero atto rivoluzionario non è “dire la propria”, ma imparare di nuovo a pensare. 

Con lentezza, con profondità, con fatica.

 Anche a costo di restare in silenzio per un po’. Perché è solo dal pensiero lucido che può nascere una parola che abbia senso.

E questo, lo sanno bene, fa molta più paura di mille urla vuote.



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