Abbiamo barattato la compagnia con la connessione.
Ma nessun abbraccio passa attraverso uno schermo.
Viviamo nell’epoca in cui la solitudine è diventata un’opportunità… di business.
Ci vendono compagnia in abbonamento, supporto emotivo in formato premium, amicizia on demand.
Paghi, e ti sembra di non essere solo.
Ti senti visto, ascoltato, forse perfino amato.
Ma è un’illusione algoritmica, confezionata per monetizzare il tuo vuoto.
E mentre ci fanno credere che basti un like per sentirsi parte di qualcosa, l’industria dell’intrattenimento, della salute mentale e dei social media ingrassa sulle nostre relazioni evaporate.
La verità? Ci stiamo disabituando al contatto umano.
Non siamo più capaci di stare con gli altri, e neppure con noi stessi.
Ma se tutto può essere comprato, anche l’affetto, allora la solitudine non è più una condizione: è una strategia.
È funzionale. Produce dipendenza. Genera profitto.
Perché un essere umano solo è più fragile. E un consumatore fragile… consuma di più.
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