L'America inventa, La Cina copia e l'Europa regola.
Da questa giusta puntualizzazione del buon Marco Costanza, ritengo di dover presentare questa puntata, che presenta un argomento sicuramente meno accattivante dei precedenti, ma non per questo meno importante.
Anzi, capire la regolamentazione di Bitcoin e del mondo cripto, dovrebbe essere il primo passo da cui partire per operare.
Soprattutto in Europa, dove l' approccio, in questo mondo, è fortemente normativo con il:
-MICAR Market In Asset Cripto Regulation x offrire maggiore trasparenza e sicurezza agli investitori
-DSA Digital Service Act che ha come scopo la responsabilizzazione delle piattaforme on line
-DMA Digital Market Act volto a contrastare i monopoli digitali
non resta che sperare in una sempre maggiore comprensione ed in uno snellimento della burocrazia, che non farebbe altro che ostacolare un settore nato per essere libero e decentralizzato.
L'Europa si sta sicuramente candidando come pioniera della regolamentazione, ma il rischio che un eccesso di normative possa rallentare, o addirittura frenare, pesantemente un'economia ad altissimo potenziale, per le sue innovazioni, ed ancora giovane, viene spontaneo pensare, come esempio, alla Silicon Valley, che non è stata normata fin dai primi vagiti e poi è diventato un colosso.
L'Europa si trova nel mezzo tra due colossi
Da una parte l'America, che ha un'economia estremamente libera e dinamica, unita ad una forte propensione al rischio che in Europa non esiste; dall'altro la Cina che centralizza tutto, compreso l'approccio alla tecnologia.
E Bitcoin?
Secondo la legge italiana, dal 2017 la criptovaluta è stata considerata una rappresentazione generale di valore, utile sia per scambio sia per investimento.
Dal 2016, l'Agenzia delle Entrate, chiamata in causa dall' Echange italiano Conio, chiede di assimilare la criptovaluta alla stregua di valuta estera.
Tutto ciò determinava, per il possessore due obblighi:
1) dichiarare il possesso, che non consisteva, automaticamente, nel pagamento di imposte
2) al pagamento sull' eventuale plusvalenza, ma (come per i possessori di valute estere) solo per coloro che risultavano in possesso, per almeno 7 giorni consecutivi, di un ammontare superiore a 51645,69 euro (ovvero 100 milioni di vecchie lire).
Tutto ciò consentiva, ai piccoli investitori, la possibilità di non doversi preoccupare della tassazione.
Con la legge di bilancio del 2023 è entrata in funzione la denominazione di cripto attività, ereditata dal regolamento europeo MICAR che, sinteticamente dicono questo:
1. Le criptovalute, dal primo gennaio 2023 entrano nel sistema fiscale italiano, come "Redditi diversi"
2. Vedi sopra, le criptovalute vengono chiamate cripto attività.
3. Ci sono quattro fattispecie imponibili:
- Vendo Bitcoin ed incasso euro o dollari (cessione a titolo oneroso);
- Cambio Bitcoin in altre cripto o in altri servizi, (permuta), per essere fiscalmente rilevante, tale permuta dev'essere fatta tra cripto che non hanno uguali caratteristiche o funzioni (anche l'acquisto di un bene in Bitcoin è fiscalmente rilevante);
- le plusvalenze da detenzione;
- rimborso (ad esempio dagli exchange che sono falliti);
4. Nuovo limite di 2000 euro di plusvalenza, sopra la quale dichiaro la plusvalenza e sotto la quale sono esonerato (dal primo gennaio del 2025, anche questo limite è stato tolto).
5. La tassazione è del 26% della plusvalenza.
6. Viene introdotta la possibilità, per gli Exchange, di fungere da sostituto d'imposta.
7. Dal primo gennaio 2023 è in vigore la trattenuta d'imposta del due per mille per i possessori di cripto attività in
In poche parole
Riassumendo in versione più semplice e sintetica:
La puntata di Esploriamo Bitcoin intitolata "La regolamentazione" discute delle normative che riguardano Bitcoin e le criptovalute, con focus sulle sfide legali e fiscali in Italia e in Europa.
Gli ospiti, tra cui l'avvocato Martina Granatiero, ed il commercialista Gigi Turla, esplorano come le leggi stiano evolvendo per affrontare le criptovalute e le sue implicazioni.