Bitcoin.

Bitcoin.
IL PREZZO DELLA LIBERTÀ

mercoledì 30 aprile 2025

Esploriamo Bitcoin: La regolamentazione

L'America inventa, La Cina copia e l'Europa regola. 

Da questa giusta puntualizzazione del buon Marco Costanza, ritengo di dover presentare questa puntata, che presenta un argomento sicuramente meno accattivante dei precedenti, ma non per questo meno importante.

Anzi, capire la regolamentazione di Bitcoin e del mondo cripto, dovrebbe essere il primo passo da cui partire per operare.

Soprattutto in Europa, dove l' approccio, in questo mondo, è fortemente normativo con il:

-MICAR Market In Asset Cripto Regulation x offrire maggiore trasparenza e sicurezza agli investitori

-DSA Digital Service Act che ha come scopo la responsabilizzazione delle piattaforme on line

-DMA Digital Market Act volto a contrastare i monopoli digitali

non resta che sperare in una sempre maggiore comprensione ed in uno snellimento della burocrazia, che non farebbe altro che ostacolare un settore nato per essere libero e decentralizzato.

L'Europa si sta sicuramente candidando come pioniera della regolamentazione, ma il rischio che un eccesso di normative possa rallentare, o addirittura frenare, pesantemente un'economia ad altissimo potenziale, per le sue innovazioni, ed ancora giovane, viene spontaneo pensare, come esempio, alla Silicon Valley, che non è stata normata fin dai primi vagiti e poi è diventato un colosso.

L'Europa si trova nel mezzo tra due colossi

Da una parte l'America, che ha un'economia estremamente libera e dinamica, unita ad una forte propensione al rischio che in Europa non esiste; dall'altro la Cina che centralizza tutto, compreso l'approccio alla tecnologia.

E Bitcoin?

Secondo la legge italiana, dal 2017 la criptovaluta è stata considerata una rappresentazione generale di valore, utile sia per scambio sia per investimento.

Dal 2016, l'Agenzia delle Entrate, chiamata in causa dall' Echange italiano Conio, chiede di assimilare la criptovaluta alla stregua di valuta estera.

Tutto ciò determinava, per il possessore due obblighi:

1) dichiarare il possesso, che non consisteva, automaticamente, nel pagamento di imposte 

2) al pagamento sull' eventuale plusvalenza, ma (come per i possessori di valute estere) solo per coloro che risultavano in  possesso, per almeno 7 giorni consecutivi, di un ammontare superiore a 51645,69 euro (ovvero 100 milioni di vecchie lire). 

Tutto ciò consentiva, ai piccoli investitori, la possibilità di non doversi preoccupare della tassazione.

Con la legge di bilancio del 2023 è entrata in funzione la denominazione di cripto attività, ereditata dal regolamento europeo MICAR che, sinteticamente dicono questo:

1. Le criptovalute, dal primo gennaio 2023 entrano nel sistema fiscale italiano,  come "Redditi diversi"

2. Vedi sopra, le criptovalute vengono chiamate cripto attività.

3. Ci sono quattro fattispecie imponibili:

    - Vendo Bitcoin ed incasso euro o dollari (cessione a titolo oneroso);

    - Cambio Bitcoin in altre cripto o in altri servizi, (permuta), per essere fiscalmente rilevante, tale permuta dev'essere fatta tra cripto che non hanno uguali caratteristiche o funzioni (anche l'acquisto di un bene in Bitcoin è fiscalmente rilevante);

    - le plusvalenze da detenzione;

    - rimborso (ad esempio dagli exchange che sono falliti);

4. Nuovo limite di 2000 euro di plusvalenza, sopra la quale dichiaro la plusvalenza e sotto la quale sono esonerato (dal primo gennaio del 2025, anche questo limite è stato tolto).

5. La tassazione è del 26% della plusvalenza.

6. Viene introdotta la possibilità, per gli Exchange, di fungere da sostituto d'imposta.

7. Dal primo gennaio 2023 è in vigore la trattenuta d'imposta del due per mille per i possessori di cripto attività in

In poche parole

Riassumendo in versione più semplice e sintetica:

La puntata di Esploriamo Bitcoin intitolata "La regolamentazione" discute delle normative che riguardano Bitcoin e le criptovalute, con focus sulle sfide legali e fiscali in Italia e in Europa. 

Gli ospiti, tra cui l'avvocato Martina Granatiero,  ed il commercialista Gigi Turla, esplorano come le leggi stiano evolvendo per affrontare le criptovalute e le sue implicazioni.


venerdì 25 aprile 2025

La festa della Liberazione, un inno alla Libertà

Oggi festeggiamo la Liberazione.

Ma a farlo siamo quasi tutte persone (Me compreso) che non hanno mai conosciuto la fame, la paura, o il pane duro della guerra.

Persone che danno la libertà per scontata.

Come ho già scritto in un mio libro, talvolta assomigliamo più a pecore che a uomini liberi.

Seguiamo il gregge, eternamente spaventati da un cane e da un bastone.

Una maggioranza silenziosa, anestetizzata, che tira a campare sperando che, prima o poi,  qualcosa cambi.

Ma nulla cambia per caso. E se il cambiamento dovesse arrivare, potrebbe non essere in meglio.

Ogni volta che parlo (o che anche solo penso) alla possibilità di essere protagonisti della propria vita, sbaglio: non è una possibilità, è un dovere.

Per chi ha salute e mezzi, vivere consapevolmente è un atto dovuto verso sé stesso e verso colui e colei che gli hanno dato la vita.

Nessuna solidarietà per coloro che vivono di accidia e procrastinazione. Non scegliere è già una scelta. Non incidere sul proprio destino è già una colpa.

E ogni colpa, come tutto, ha un prezzo.

Un giorno arriverà qualcuno, e sarà ben lieto di farlo, che deciderà per loro.

E forse allora, troppo tardi, capiranno quanto vale la libertà.

E quanto costa perderla.

 

 

mercoledì 5 febbraio 2025

Esploriamo Bitcoin: L'arrivo dei fondi istituzionali

Ciao a tutti.

Rieccomi tra voi, con la quarta puntata di "Esploriamo Bitcoin"

L'arrivo degli Etf spot su Bitcoin, ha cambiato l'approccio della finanza istituzionale su di esso. 

E, a tal proposito :

È Bitcoin che si è piegato ai grandi fondi istituzionali, o i grandi fondi istituzionali si sono piegati a Bitcoin?

Questa domanda sorge spontanea. Ognuno si tenga le sue opinioni, in seguito proverò comunque a dare una risposta, ma una cosa è certa, la crescita di Bitcoin sarebbe continuata ugualmente, vista la sua natura decentralizzata che evita l'implicazione di qualsiasi ente istituzionale.

L'ingresso di Bitcoin, all'interno della finanza istituzionale, credo non sia da considerare  una sconfitta per Bitcoin, ma nemmeno per le istituzioni, piuttosto lo considererei un vantaggio per tutti.

Vediamo, quindi, gli argomenti trattati in questa puntata, chiamata "L'arrivo dei fondi istituzionali" .

Come vengono attualmente conservati i Bitcoin

Attualmente sono tre le modalità in cui le persone, fisiche o giuridiche, conservano i loro Bitcoin

-in self custody

- in wallet custodial, tramite Exchange

- tramite investimenti in prodotti come Etp ed Etf, grazie ai servizi delle tradizionali Istituzioni finanziarie

Quale sia la migliore, non spetta a me dirlo, ogni caso è a sé e, da questo momento, si può veramente affermare che Bitcoin fa per tutti

Ogni forma di detenzione, ha i suoi lati pro ma, di contro, anche un prezzo da pagare, quello che io amo chiamare Il prezzo della libertà  e , a tal proposito, ti informo che ho scritto due libri in materia, il primo uscito nel 2021, ma sempre attuale, ed il secondo (scritto a quattro mani) uscito nel 2023. 

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La custodia in self custody è estremamente diversa rispetto a quella fatta presso enti terzi. 

Deve essere ben chiaro che, quando si parla di Bitcoin, si parla di una nuova tecnologia che va a scombussolare il paradigma esistente e che nasce dal basso. 

Bitcoin è stato ideato da un gruppo di programmatori e di attivisti, identificati col nome di Cypherpunk, che hanno ideato  dei software concreti e pragmatici, con l'idea di abbandonare la fiducia delle istituzioni, con l'idea di creare un asset che bypassasse qualsiasi intermediario. 

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Affidare i propri asset ad un istituto è totalmente diverso che detenerli in proprio. 

Sicuramente la detenzione tramite istituto è più semplice, alla portata di tutti, le gestioni richieste all'investitore sono minime, in quanto potrebbe anche permettersi lo smarrimento di username e password, tornandone in possesso tramite richiesta al gestore, e perfino di far finire le proprie credenziali in mano altrui, in quanto, prima di far entrare il cliente nell'area riservata, vien sempre richiesto loro di confermare l'accesso, via mail o tramite codice otp inviato al cellulare. 

Va da sé che, essendo le credenziali, gestite da enti terzi, questi ultimi hanno potenzialmente accesso ai fondi del cliente che, di conseguenza , non può considerarsi possessore unico dei fondi in questione. 

Un eventuale vantaggio, dato da gestione presso terzi, potrebbe essere dato, da quel potenziale e vergognoso vantaggio fiscale che lo Stato italiano potrebbe garantire, qualora venisse approvato, a svantaggio dei possessori diretti, e che ho già spiegato in un precedente articolo, intitolato Discriminati. 

È però importante far notare che, un accumulo di fondi centralizzato, è sicuramente di gran lunga superiore a quello di un piccolo risparmiatore che li detiene in modalità diretta e, proprio per questo, più appetitoso agli attacchi degli  hacker, episodio purtroppo già verificatosi più volte. 

La detenzione presso terzi implica, oltretutto, da parte del risparmiatore, che vi si affida, un obbligo di fiducia, e pertanto deve sperare anche nella trasparenza, nelle capacità, nell'etica e nelle moralità del gestore, che potrebbe appropriarsi dei suoi fondi o azzardare operazioni rischiose (anche in questo contesto, purtroppo i casi verificatisi sono diversi) 

Si è in balia dei regolatori, che potrebbero aggiungere nuove regole, nuovi adempimenti e nuovi obblighi che tutti i gestori sono tenuti a seguire e, conseguentemente ad essi, potrebbero generare costi di gestione più alti da sopportare. 

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È qui che entra in gioco la filosofia originaria di Bitcoin, quella che implica di  slegarsi dagli enti fiduciari, per gestire le proprie risorse. 

È inevitabile constatare che la gestione diretta abbia anche degli svantaggi, quel prezzo della libertà da pagare. 

Tutto ciò implica un cambiamento nel paradigma mentale. 

Colui che decide di mantenere in autonomia i propri Bitcoin, è solo contro tutti. 

Tutto ciò richiede responsabilità, studio e fatica. 

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Scritto questo, si desume che non esiste, in assoluto, una scelta giusta o sbagliata per tutti. 

Ciò che, invece, dovrebbe essere giusta, è la consapevolezza delle proprie scelte, a ciò che si va incontro scegliendo l'autonomia o l'affidamento presso terzi e, grazie ad essa, poter formulare la scelta più giusta per le proprie esigenze. 

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Riprendendo, invece, la domanda fatta ad inizio articolo:

La finanza tradizionale potrebbe cannibalizzare Bitcoin, o Bitcoin è troppo forte anche per la finanza tradizionale? 

Che Bitcoin stia diventando una sorta di oro digitale, nel portafoglio dei risparmiatori tradizionali,  è indubbio. 

Bitcoin ha dimostrato, nonostante la sua alta volatilità, data dalla sua giovane età , grazie al suo trend crescente, di essere più adatto ai cassettisti che agli speculatori. 

Sicuramente l'arrivo, tra le istituzioni finanziarie, di un colosso come Black Rock, è pesante, ma nonostante ciò, Bitcoin, grazie alla sua natura decentralizzata, non potrà mai essere cannibalizzato.

Insomma, Bitcoin è un progetto tecnologico che, attorno adesso, ha tutti i suoi attori, Blackrock potrà essere un attore più grande, ma non potrà mai cambiare il suo ecosistema. 

In fin dei conti, che ci fosse stato , prima o poi, l'arrivo dei colossi, era inevitabile. 

Scritto ciò, vi saluto e vi do appuntamento al prossimo articolo. 

Ciaoooo!!!