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IL PREZZO DELLA LIBERTÀ

martedì 27 maggio 2025

Il bisogno di approvazione ci sta rubando l’identità...e i soldi

Viviamo in un’epoca in cui la visibilità sembra essere tutto. 

Ogni giorno siamo esposti, commentati, giudicati. 

E allora iniziamo a chiederci non tanto chi siamo, ma come appariamo. 

E peggio ancora: piacciamo abbastanza?


Il bisogno di approvazione sta lentamente scolorendo i contorni delle nostre identità

Cerchiamo il consenso ovunque: nei social, nei gruppi di amici, persino nelle scelte personali che dovrebbero riguardare solo noi.

Per paura di deludere o restare esclusi, iniziamo ad adattarci, a modellare i nostri gusti, le nostre opinioni, perfino i nostri sogni.

Ma più ci adattiamo, più ci allontaniamo da noi stessi.


Rinunciamo alla nostra autenticità in cambio di un effimero “mi piace”.

Eppure, l’approvazione è una moneta instabile. 

Basta un commento negativo o un mancato riscontro per farci crollare. 

È una droga che non sazia mai, perché la fame di consenso è insaziabile.


Così finiamo per vivere in funzione dello sguardo altrui. 

Dimenticando che il nostro valore non dovrebbe dipendere da quanti ci applaudono, ma da quanto siamo fedeli a noi stessi.

Il paradosso è che spesso, per ottenere questa effimera approvazione, ci indebitiamo psicologicamente — e non solo.

Spendiamo soldi in abiti, accessori, auto, vacanze e status symbol che non ci servono, ma servono a impressionare chi, in fondo, non è minimamente interessato a noi.


È la trappola perfetta del consumismo. 

Compriamo ciò che non ci serve, per sembrare ciò che non siamo, a persone che non ci vedono davvero.

Essere autentici richiede coraggio.

Ci espone a critiche, incomprensioni, solitudine temporanea.

Ma è l’unico modo per costruire un’identità solida, reale. 


Un’identità che non ha bisogno di essere approvata per essere vissuta.

Essere sé stessi oggi è un atto rivoluzionario.

E rivoluzionari, a volte, bisogna decidere di esserlo.


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