In Italia, la violenza non è solo una questione di cronaca.
È un fenomeno strutturale che coinvolge donne, giovani e intere comunità.
I dati più recenti dipingono un quadro allarmante, che non possiamo più ignorare.
Violenza sulle donne: numeri che fanno male
Nel 2024, 113 donne sono state uccise, di cui 99 in ambito familiare o affettivo.
Di queste, 61 hanno trovato la morte per mano del partner o dell'ex partner.
Il numero di pubblica utilità 1522, ha registrato, nel quarto trimestre del 2024, che il 72,9% delle vittime non denuncia la violenza subita alle autorità competenti.
Le principali ragioni, di questa mancata denuncia, sono la paura e il timore delle reazioni dell'autore, che riguardano il 38,5% dei casi.
Giovani e violenza: una generazione in crisi
Il 40,6% dei ragazzi, tra i 15 e i 19 anni, ha partecipato almeno una volta a zuffe o risse.
Inoltre, il 10,9% ha assistito a scene di violenza filmate con un cellulare, segno che questi episodi vengono non solo visti, ma spesso condivisi e amplificati digitalmente, contribuendo a una sorta di “normalizzazione” della violenza.
Secondo un'indagine condotta da Differenza Donna, il 39% dei giovani, tra i 14 e i 21 anni, ha dichiarato di aver subito violenza, con picchi tra le persone non binarie (55%) e le ragazze (43%).
Il 30% dei giovani crede che la gelosia sia una dimostrazione d'amore, percentuale che sale al 45% tra i 14-15enni.
Una responsabilità collettiva?
Personalmente non ritengo giusto dovermi prendere in carico questo tipo di problema, ma questi dati ci obbligano a riflettere su cosa stia accadendo nella nostra società.
La violenza non è un problema isolato, ma un sintomo di disfunzioni più profonde: educative, culturali, sociali.
È tempo di agire con decisione, sia promuovendo l'educazione al rispetto, sia sostenendo le vittime, sia lavorando per una cultura che rifiuti ogni forma di violenza.
E, ultimo ma non ultimo, punendo in modo esemplare il trasgressore.