Sembrava sul punto di crollare.
Una squadra scarica, svuotata, con le spalle al muro dopo settimane di incertezze.
E invece, proprio nella notte più importante, l’Inter ha tirato fuori il carattere.
Contro il Barcellona, semifinale di ritorno di Champions, ha vinto con il cuore, con l’orgoglio, con la voglia di non mollare.
È facile vincere quando tutto gira. È da grande squadra rialzarsi, quando tutti la danno per finita.
Questa Inter ci ricorda che il calcio, come la vita, è fatto di cicli. Di momenti in cui si va giù. E poi si risale.
Ma per risalire serve testa, serve gruppo, serve leadership.
E ieri sera, queste qualità, si sono viste tutte.
Non sarà solo una vittoria sportiva. Sarà un punto di svolta.
Una lezione su come si reagisce, che dovrebbe passare alla storia, ed essere studiata ovunque, una lezione su come si costruiscono i momenti che contano davvero.
Sono tutti eroi di questa vittoria, ma in questo articolo non voglio nominare i campioni conclamati, come il nostro capitano Lautaro Martinez e come Niccolò Barella, autori, ancora una volta, di una prestazione maiuscola, ma di quattro colossi non da copertina, come
-Sommer: affidabile, silenzioso e carismatico
-Darmian: esempio perfetto di professionalità e sacrificio, ieri sera ha dimostrato a tutti quanto vale, era ovunque.
-De Vrj: entrato nel finale, ha risposto all'allenatore presente, con solidità, freddezza ed intelligenza (sempre nel posto giusto al momento giusto), chiudendo e spazzando senza fronzoli
E, ultimo ma non ultimo,
-Francesco Acerbi: a dir poco monumentale, un capolavoro di grinta e personalità.
Una vittoria per tutti! Per i tifosi. Per i giocatori. Per chi oggi si sveglia con il sorriso di chi ce l’ha fatta, quando nessuno ci credeva più.